Shanghai, 9 ott. - Alla ricerca dello splendore perduto: quella che si sta svolgendo al Peace Hotel, l'albergo più famoso di Shanghai, per terminare i lavori di restauro è un'affascinante corsa contro il tempo. Il futuro è quello dell'Expo 2010: l'hotel, che si affaccia sull'arteria del Bund, lungo il fiume Huangpu, deve essere pronto prima dell'avvio dell'Esposizione Universale, nel maggio prossimo. Il passato è tutto ciò che questo edificio storico rappresenta, un gioiello della Shanghai anni '20, carico dei ricordi di quella che era la "Parigi d'Oriente". Il progetto è stato affidato a Ian Carr della Hirsch Bedner Associates, che si è già occupata del restauro del Savoy di Londra, e costerà 500 milioni di yuan (circa 50 milioni di euro). L'età dell'oro del Peace, che allora si chiamava Cathay, finì nel 1937 con l'esplosione di due bombe giapponesi poco distante dalle sue porte girevoli. Tra la Seconda Guerra Mondiale e la guerra civile l'albergo riapre brevemente nel 1941 e poi nel 1956, quasi esclusivamente per le delegazioni sovietiche in visita. Un decennio più tardi la Rivoluzione Culturale scippa l'albergo delle sue ultime memorie, ritenute "retaggi imperialisti". Per restituire al Peace Hotel le atmosfere degli anni ruggenti la squadra della Hirsch Bedner si è imbarcata in un lavoro da detective del passato, contattando i discendenti degli architetti Palmer e Turner e dei proprietari originari, i Sassoon. "Era estremamente difficile comprendere com'era in origine e cosa è cambiato nel corso degli anni" ha dichiarato Ian Carr. Grazie alle piante degli anni '20 la squadra ritiene di avere restituito alle stanze dell'albergo le dimensioni e l'armonia originali. Questo tuffo nel passato piacerà ai visitatori che arriveranno all'Expo, proprio per ammirare il futuro? Di sicuro tra qualche mese il Bund di Shanghai recupererà un pezzo della sua storia.