Pechino, 25 feb. - Accanto al sistema bancario ufficiale, in Cina, ne esiste un altro parallelo e sotterraneo; sono i cosiddetti "prestiti informali" concessi alle piccole imprese per periodi limitati e con tassi differenti da quelli previsti dalla legge, un fenomeno che può sconfinare nell'usura vera e propria. Se nel 2009 le banche cinesi hanno erogato nuovi prestiti per una cifra record pari a 6900 miliardi di yuan (690 miliardi di euro), il sistema parallelo non è stato da meno. Stime molto prudenti calcolano che solo nello Zhejiang, la provincia meridionale da sempre terreno fertile per migliaia di piccoli imprenditori, questo sistema l'anno scorso abbia permesso la circolazione di circa 600 miliardi di yuan. Adesso la Banca centrale di Pechino sembra interessata a regolamentare il fenomeno attraverso una sorta di liberalizzazione: lo ha dichiarato ieri Zhou Xuedong, direttore dell'ufficio Affari Legali di People's Bank of China, nel corso di un forum organizzato dalla stessa Banca centrale in collaborazione con l'Ambasciata Britannica a Pechino. Al centro della riforma, oltre a una certo grado di legalizzazione dei prestiti informali, c'è anche l'abbattimento del tetto massimo dei tassi d'interesse, attualmente fissato al quadruplo di quello praticato dalla PBoc, un limite che la rete sotterranea dei prestatori abbatte sistematicamente. "La liberalizzazione dei tassi d'interesse è un trend già in atto - ha dichiarato Zhou - e data questa tendenza, si dovrebbero eliminare i limiti e legalizzare i prestiti privati". L'iter della bozza allo studio dell'ufficio Affari Legali prevede una prima approvazione da parte della Banca centrale e il vaglio finale del Consiglio di Stato, il governo cinese. Negli ultimi anni Pechino ha gradualmente autorizzato la creazione di compagnie finanziarie al di fuori del circuito bancario, dedicate a una clientela di piccoli e medi imprenditori che i grandi istituti di credito non prendono in considerazione: secondo la Banca centrale questa rete, alla fine del novembre scorso, contava circa 1238 sigle capaci di immettere sul mercato prestiti per 67.6 miliardi di yuan; ma si tratta solo della punta dell'iceberg di un mondo sommerso se, come si è visto, i prestiti privati nella sola provincia dello Zhejiang sono quasi pari a quelli concessi a livello nazionale dalle finanziarie registrate. "Dovremmo riconoscere la realtà, - ha concluso Zhou - dobbiamo consentire al sommerso di venire allo scoperto e allentare le restrizioni che lo bloccano attualmente".