Pechino, 12 feb. - Un ritorno alle politiche della fase pre-crisi: è quanto lascia intuire People's Bank of China nel suo rapporto quadrimestrale, pubblicato ieri. "La Banca centrale guiderà gradualmente le condizioni monetarie dall'assetto anti-crisi ai livelli normali" si legge nel bollettino; il dossier precedente, invece, non conteneva alcun riferimento ad un termine per la fine delle misure straordinarie. I dati economici relativi al mese di gennaio, pubblicati quasi in contemporanea, mostrano un'impennata del credito (1390 miliardi di yuan, circa 139 miliardi di euro, contro i 1350 previsti) e dei prezzi delle proprietà, ma anche un' inflazione moderata (+1.5% dell'indice dei prezzi al consumo contro il +1.9% di dicembre) che ha relativamente frenato le paure relative a un surriscaldamento dell'economia del Dragone. Nel ritornare ai livelli pre-crisi la Banca centrale considererà comunque "i bisogni relativi alla crescita economica e i cambiamenti relativi all'inflazione e alla liquidità interna e globale"; People's Bank of China, inoltre, continua a sostenere la necessità di un coordinamento tra le diverse economie mondiali per uscire insieme dalla fase di lotta alla crisi: "Prima che le economie dei paesi più sviluppati escano completamente dalla fase delle misure straordinarie, la liquidità globale potrebbe rimanere comunque ampia, spingendo in alto i prezzi degli asset, - si legge nel bollettino- ma quando le economie più forti saranno pronte, i flussi dei capitali globali potrebbero invertirsi, causando delle volatilità nei prezzi degli asset, soprattutto nelle economie in fase di sviluppo". I dati sul Pil relativi al 2009 hanno mostrato una Cina capace di aggredire la crisi, in massima parte grazie all'immenso pacchetto di stimoli all'economia da 4mila miliardi di yuan (circa 400 miliardi di euro) varato dal governo nel novembre 2008 e all'enorme mole di credito erogata dalle banche; ora PBoC sottolinea come uno degli obiettivi chiave per il 2010 sia la gestione delle aspettative sull'inflazione. Il linguaggio adoperato è quello consueto: la politica monetaria sarà "moderatamente espansiva" e lo yuan verrà mantenuto a livelli "essenzialmente stabili". Sul fronte del tasso d'interesse, la Banca centrale si limita a dire che le manovre "giocheranno un ruolo negli aggiustamenti", senza fissare alcun termine per un eventuale aumento, mentre su quello del credito i tecnici di People's Bank of China difendono i loro sforzi per contenere il boom dei nuovi prestiti degli ultimi mesi, capace di "generare rischi che avrebbero potuto minare la stabilità economica nel lungo periodo". "Anche se nel 2010 si intravedono fattori maggiormente positivi per l'economia cinese – conclude il comunicato della Banca centrale – le sfide da affrontare rimangono parecchie, e sono rappresentate da una crescita sbilanciata della domanda interna, dall'instabilità dei prezzi e dall'aumento delle frizioni commerciali".