Pechino, 13 ott.- Nuovo aumento del coefficiente di riserva obbligatoria per le sei più importanti banche cinesi, il quarto dall'inizio dell'anno: People's Bank of China ha annunciato un incremento di 50 punti base che porta così al 17,5% dei depositi il livello delle riserve che gl'istituti di credito devono detenere obbligatoriamente presso la Banca centrale. La misura riguarda non solo le "quattro grandi" (Agricultural Bank of China, Bank of China, China Construction Bank e Industrial and Commercial Bank of China), ma anche realtà un po' più piccole come China Merchants Bank e China Minsheng Bank; secondo molti analisti il nuovo giro di vite va interpretato più come una misura per gestire l'inflazione e come un avvertimento per rientrare nei parametri stabiliti dal governo, che non come l'annuncio di un cambiamento delle politiche monetarie: dopo l'incredibile corsa al credito del 2009, che aveva condotto all'erogazione di nuovi prestiti per 9590 miliardi di yuan (1031 miliardi di euro al cambio attuale), Pechino ha infatti fissato per quest'anno un tetto massimo pari a 7500 miliardi di yuan (806 miliardi di euro circa). Finora, le banche si erano generalmente attenute alle linee governative, ma i dati di settembre mostrano invece che le "quattro grandi" avrebbero erogato nuovi prestiti per un totale di 75 miliardi di dollari, ben al di là del limite mensile di 42 miliardi, alimentando così nuovi timori su un aumento dei crediti in sofferenza.
La misura imposta da People's Bank of China, tuttavia, è temporanea, e verrà sospesa nel giro di due mesi, a conferma delle ipotesi di chi non vede alcun aumento dei tassi d'interesse in vista. L'incredibile quantità di prestiti erogata nel 2009 ha sostenuto l'economia di Pechino nel momento peggiore della crisi globale, consentendole di chiudere l'anno con una brillante crescita del 10,7%; il credito, tuttavia, sembra essere stato utilizzato soprattutto per alimentare le speculazioni, dal mercato azionario a quello immobiliare. È quest'ultimo fronte, in particolare, a preoccupare il governo: un enorme incremento dei progetti di real estate e i rincari da record degli immobili registrati a partire dalla fine del 2009, hanno fatto temere da più parti lo scoppio di una bolla. Negli ultimi mesi la Cina ha adottato numerose misure per bloccare la corsa al mattone, dalle restrizioni sui mutui al censimento delle unità immobiliari inutilizzate, fino ad ordinare alle banche diversi stress test, per valutare l'impatto che avrebbero sulle loro riserve crolli dei prezzi degli immobili fino al 60% dei valori attuali.
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