PARLA CHI SFIDA I COLOSSI RATING USA

Pechino, 14 lug. - Che cos'è Dagong, l'agenzia cinese che domenica scorsa ha pubblicato un suo rapporto sul rating del debito sovrano, lanciando una precisa sfida all'oligopolio di Fitch, Moody's e Standard & Poor's? Stiamo assistendo alla nascita di un'alternativa allo strapotere delle tre agenzie statunitensi o a quella di un nuovo strumento di politica internazionale nelle mani del governo di Pechino? Quali sono le strategie, i metodi e gli obiettivi di Dadong Global Credit Rating Co.Ltd? Dal suo ufficio al ventinovesimo piano di un grattacielo di Xiaoyun Lu, a Pechino, il presidente Guan Jian Zhong getta un po' di luce sull'oggetto misterioso che in questi giorni sta attraversando il cielo delle agenzie di rating internazionali; un cielo tutt'altro che sereno se –all'indomani dall'annuncio cinese- il presidente della BCE Jean-Claude Trichet ha dichiarato che il mondo ha bisogno di più di tre agenzie di rating, perché "i loro giudizi esacerbano le oscillazioni dei mercati". Ad inizio maggio il commissario europeo ai servizi finanziari Michel Barnier aveva rilanciato l'idea di creare un'agenzia di rating del Vecchio Continente, ma quella "Made in China" ha anticipato l'Ue, e il progetto di un rating del debito sovrano alla cinese, in realtà era in cantiere da tempo: Dagong è completamente privata, nasce nel 1994 e nel 1999 vara una collaborazione con Moody's" spiega in esclusiva ad AgiChina24 Guan. "Durante questa partnership temporanea abbiamo avuto modo di osservare i loro metodi e le loro idee in materia di rating. Il nostro lavoro sul debito sovrano nasce cinque anni fa e il rapporto presentato domenica era già pronto alla fine del 2009, quindi all'incirca 7 mesi fa. Abbiamo aspettato il momento propizio per pubblicarlo, con i dovuti aggiornamenti, e questo momento si è presentato dopo il G20 di Toronto, quando il presidente Hu Jintao ha parlato della necessità di mettere a punto un sistema di rating 'obiettivo, leale e ragionevole'. Siamo molto sicuri dell'approccio che abbiamo adottato, riteniamo che il nostro metodo possegga queste caratteristiche". Guan Jian Zhong è sulla sessantina e veste come un ordinario funzionario di governo ma -che si tratti di lanciare affondi ai concorrenti statunitensi o di glissare sulle domande più dirette- da dietro le lenti lancia sguardi vivaci. "Le 3 famose agenzie di rating Usa condividono lo stesso retroterra culturale e adottano l'ideologia occidentale, specialmente nel valutare il sistema politico di un paese, e pertanto i loro rating sono influenzati da questo fattore. Il fatto che tutt'e tre abbiano sede negli Usa, inoltre, potrebbe viziare la loro indipendenza, potrebbe fare di loro dei rappresentanti degli interessi americani e forse di qualche altra economia sviluppata, quindi i loro rating potrebbero non essere così oggettivi come ci si aspetta. Noi, d'altra parte, rifiutiamo un criterio ideologico, e invece di valutare il sistema politico di un paese puntiamo su altri elementi, come la capacità di crescita. Dopo la crisi finanziaria globale abbiamo capito che è molto importante fornire informazioni al mondo intero, ma il sistema attuale di rating è unanimemente a guida americana". Secondo il presidente, il metodo adottato da Dagong differisce da quello di Fitch, Moody's e Standard & Poor's su diversi punti: "Oltre alla questione ideologica, il secondo versante su cui ci differenziamo dai concorrenti è il GDP pro capita. Gli altri utilizzano questa misura come l'indicatore primario per valutare la forza economica di una nazione, mentre noi preferiamo concentrarci sulle potenzialità di crescita. Il terzo criterio è quello dell'apertura del sistema economico e del sistema finanziario, che loro tengono parecchio in conto; ma noi riteniamo che paesi differenti abbiano status economici e finanziari diversi e che su questo non ci possa essere una visione unanime. Le tre agenzie Usa, inoltre, valutano molto positivamente l'indipendenza delle Banche centrali e ritengono che se la valuta locale viene adoperata come riserva questo elemento costituisca un fattore positivo per il debito sovrano, ma questa è una condizione che si applica a pochissime divise. Infine, secondo noi, il miglior metodo di ripagamento del debito è rappresentato dalla capacità di creare nuovo benessere sociale. Insomma, ritengo che questo sistema di presenti tutta una serie di difetti, perché permette ai paesi altamente indebitati di ottenere dai mercati globali finanziamenti a basso costo e con modesti tassi d'interesse semplicemente sulla base di un buon voto. Ma questi stessi paesi potrebbero sentirsi demotivati nel creare nuovo lavoro, ed ecco che l'attuale sistema di rating diventa una delle cause della crisi finanziaria globale e si caratterizza come potenzialmente pericoloso tanto per le economie emergenti che per quelle sviluppate. I nostri cinque criteri- capability management del paese, forza economica e finanziaria, status fiscale e situazione delle riserve estere e bilancia dei pagamenti- possono invece gettare le basi per un punto di vista più nuovo". Tutti criteri, però, che sembrano tagliati su misura per le economie emergenti, tanto che secondo i cinesi al debito pubblico USA va attribuito un "AA" contro la tripla A assegnata da Fitch e altri, mentre la Cina si vede assegnare un "AA+" (insieme a Canada, Olanda, Germania) invece dell' "A1" di Moody's e dell' "AA+" di Standard & Poor's. Dagong assegna il massimo dei voti a una pattuglia di paesi come Australia, Danimarca, Lussemburgo, Norvegia, Nuova Zelanda, Singapore e Svizzera, mentre a Francia e Regno Unito, insieme a Giappone e Corea, spetta un "AA-" . Come può Dadong accreditarsi presso gli investitori come agenzia indipendente? Come è composta la sua proprietà e in che rapporti è con il governo? "Dadong è al 100% privata, e questo ne garantisce l'indipendenza. Ci sono due soci che detengono il 60% e il 40% della società" dice Guan Jian Zhong, che però sui rapporti con la leadership di Pechino glissa: "Cosa penserebbe lei, come occidentale, se le dicessi che uno dei soci fa parte del governo? Io penso che se uno dei due fosse in qualche modo legato al governo, forse il Paese potrebbe anche riporre maggiore fiducia nella nostra compagnia. Il mio percorso personale si è formato all'interno dell'amministrazione: sono stato un funzionario governativo fino al 1992, poi ho aperto la mia compagnia privata di investimento. Sono entrato in Dagong nel 1998 e nel2008 ho ottenuto una scholarship speciale del governo. Sono anche presidente della Commissione Credito della China Information Industry Association". "Ritengo che ci vorrà del tempo prima che gli investitori si abituino alla presenza di Dagong sullo scenario internazionale – prosegue Guan- a chi bisogna credere? Alla compagnia cinese o a quelle americane? Penso che gli investitori si potranno formare un giudizio valutando i due diversi metodi di indagine, i diversi standard e criteri, e potranno fare i confronti tra i rapporti delle agenzie USA e i nostri. Ma con le sole valutazioni americane, per l'investitore è difficile farsi un'idea oggettiva e corretta dei rischi e della situazione del debito sovrano". Per quanto riguarda Roma, cui Dagong ha assegnato un "A- " che peggiora il giudizio rispetto a quello di Fitch, Moody's e Standard & Poor's, Guan Jian Zhong lascia spazio al manager del Country Risk Department Lin Wenjie: "Abbiamo assegnato all'Italia un rating di " A-", basandoci su criteri come forza economica, forza finanziaria, status fiscale e situazione delle riserve e abbiamo riscontrato alcuni problemi su questi fattori", dice Lin. "Riteniamo che ci siano alcuni problemi nella stabilità e nell'effettività delle politiche del governo, nella capacità di adottare riforme e nell'efficienza del settore pubblico. Pensiamo che l'Italia sia forte economicamente, ma che stia anche affrontando un deterioramento della sua competitività a livello internazionale, che può minacciare il futuro potenziale di crescita della nazione. Il settore bancario italiano ha mantenuto una forte stabilità nella crisi finanziaria internazionale, ma il principale problema che l'Italia deve affrontare è di natura fiscale. Le tasse che gravano sui cittadini sono troppo alte". E sull'Europa? Il giudizio cinese, in verità, non sembra discostarsi molto da quello delle agenzie USA: "La crisi del debito sovrano in Europa è scoppiata dapprima in Grecia, e adesso tutto il mondo guarda con attenzione alle condizioni dei cosiddetti PIIGS - riprende la parola Guan Jian Zhong-, principalmente a causa dell'alto rapporto tra debito pubblico e PIL e per il fatto che il tasso di crescita del debito supera la crescita economica. Queste sono le cause principali della crisi, che adesso sta manifestando dei segnali pubblici molto preoccupanti. Se la situazione dovesse precipitare ulteriormente, potrebbe innescare una reazione a catena in questi paesi e anche una doppia recessione dell'economia globale. Il problema attuale è che il fardello del debito è troppo oneroso e allo stesso tempo le prospettive di crescita economica sono fosche. Le nazioni europee stanno affrontando molte difficoltà nel ristrutturare la loro economia e assicurarsi una migliore crescita". E la politica cinese risuona potente nelle parole di Guan quando richiama uno dei mantra dell'attuale amministrazione di Pechino: "Per un mondo multipolare occorrono criteri di rating multipolari e agenzie di rating multipolari" dice il presidente di Dagong Global Credit Rating Co. E, politica o no, i concorrenti dovranno abituarsi alla sua presenza.
DAGONG: LE OPINIONI DI LORENZO STANCA, SUN LIJIAN E CUI XINSHENG
" 'Imporre' al mercato un'agenzia di rating è cosa molto difficile e richiede tempo" dice Lorenzo Stanca. A qualche giorno dalla presentazione del rapporto sul debito sovrano dell'istituto cinese che vuole spezzare l'oligopolio di Fitch, Moody's e Standard & Poor's, il managing partner di Mandarin Capital Fund commenta l'intervista che il presidente di Dagong Guan Jian Zhong ha concesso ad AgiChina24.. "La Cina potrebbe trovare una scorciatoia, nella misura in cui il rating di Dadong verrà adottato come requisito necessario dai portafogli istituzionali cinesi,- dice Stanca- a quel punto tutti gli emittenti di debito che vorranno ricevere investimenti dalla Cina dovranno richiedere a Dagong di essere seguiti (a dare un mandato all'agenzia è sempre l'emittente e non l'investitore, e non so se con Dagong la cosa cambierà). Al riguardo è interessante notare come Dadong abbia diffuso rating 'unsolicited', cioè non richiesti dal paese in questione. Anzi, non mi pare che gli uomini di Dadong abbiano ad esempio visitato il ministero dell'Economia italiano. Probabilmente si sono basati su dati ufficiali". Gli attacchi di Guan Jian Zhong al metodo delle agenzie di rating americane, definite "viziate da un pregiudizio ideologico", non convince il managing partner di Mandarin: "Le agenzie sono Usa, ma non è che si muovano in base alle indicazioni del governo di Washington. Certo, avere agenzie di altri paesi bilancia il quadro. Ma è necessario che Dagong si conquisti la credibilità sul campo e, come detto, questo è un processo complesso. Prendiamo ad esempio il giudizio della nuova agenzia di rating sull'Europa; verrebbe da dire: 'tutto qui?'. L'analisi sulla situazione europea è sostanzialmente in linea con quelli di molti osservatori e in linea con le analisi a più riprese formulate dalle maggiori agenzie di rating. Nel complesso, si può dire che i fattori di rischio citati non sono veri per tutti i paesi e che il quadro è molto diversificato. Stessa cosa per l'Italia: il giudizio di Dagong è più pessimista di quello di Moody's, S&P e Fitch, ma mi pare costruito su elementi non sufficientemente approfonditi. Cosa vuol dire che c'è un deterioramento della competitività internazionale? I dati sulle quote dell'export italiano dicono il contrario. In definitiva, dobbiamo ricordarci che un'agenzia di rating vende un prodotto, che viene comprato solo se il prodotto affidabile. Dagong deve dimostrare al mercato di saperlo fare. Il supporto del governo cinese può aiutarla ad avere ruolo e visibilità in breve tempo. Ma può anche minarne la credibilità in caso di valutazioni che sappiano di 'politico'". Alcune perplessità condivise anche da accademici cinesi, come il professor Cui Xinsheng del Beijing Institute of Technology: "In generale, mi pare che il rapporto di Dagong contenga troppi fattori irrazionali- ha dichiarato Cui all'agenzia di stato Xinhua- e, visto che il capital market cinese non è uguale a quello degli altri paesi, qui manca meccanismo di rating consistente. Non penso che le loro valutazioni saranno adottate da investitori stranieri". Un parere diverso rispetto a quello di un altro accademico, Sun Lijian, professore del Centro Studi Economici dell'Università Fudan: "Questo primo passo di Dagong nel campo del rating del debito sovrano porterà dei benefici al sistema- dice Sun- e ritengo che il loro rapporto sia ragionevole in numerosi punti. È evidente che le economie emergenti siano state danneggiate dalla crisi finanziaria molto di meno di quelle sviluppate; che poi il rapporto fornisca delle valutazioni più pratiche quando valuta sistemi finanziari più maturi o gli stessi problemi strutturali cinesi, è una questione sulla quale si può dibattere a lungo. Io ritengo che la Cina debba costruire un brand di agenzia di rating affidabile in tutto il mondo, e per questo è necessario, ad esempio, che fatti che Moody's e altri non mettono in luce vengano invece sottolineati dalle agenzie cinesi. Solo così è possibile creare un sistema alternativo".
di Antonio Talia
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