Pechino, 22 apr. – "Sappiamo fin dal principio che solo un visitatore su otto potrà visitare il padiglione cinese" ha dichiarato ieri in un'intervista al quotidiano South China Morning Post He Jingtang, capo architetto della struttura che rappresenterà la Cina all'esposizione universale. La notizia 'bomba' arriva dopo il caos che ha caratterizzato l'apertura straordinaria avvenuta martedì scorso, quando è stato reso possibile l'accesso al sito dell'EXPO e il pubblico ha potuto testare le capacità delle strutture e dello staff. Bilancio amaro per gli organizzatori: 200mila visitatori - soltanto la metà di quelli previsti in un giorno normale e appena un terzo di quelli attesi in giornate 'di punta' -, che hanno tuttavia congestionato le strutture con lunghe code all'entrata, ai controlli di sicurezza e ai punti di ristoro. Anche la visita al padiglione cinese ha mostrano alcune lacune: in fila, dopo un paio di ore trascorse in attesa di poter prenotare un ingresso, molti si sono sentiti rifiutare la richiesta: motivazione: il tetto massimo di visite previste nell'arco di una giornata (50000 visitatori) era già stato raggiunto. 69 metri in altezza (ben tre volte quella dei padiglioni circostanti) e una superficie complessiva di 160mila metri quadrati (l'Italia, che all'interno dell'EXPO vanta una presenza di tutto rispetto, ne ha a disposizione 6mila), il padiglione cinese sarà quello più visitato e per questo è l'unico a cui si può accedere esclusivamente con una prenotazione. "Il problema è che nel biglietto non è specificata la data in cui si deve tenere la visita, così in un qualsiasi giorno si può verificare un sovraffollamento" ha riferito He Jingtang, che tuttavia si è detto fiducioso nelle capacità dei responsabili di trovare una soluzione agli intoppi di natura logistica. "Quando si organizzano grandi eventi come questo, si riscontrano sempre dei problemi nelle prove generali, ma sono sicuro che gli organizzatori sistemeranno la situazione. E le cose andranno meglio". Nel corso dell'intervista rilasciata al giornale hongkonghino, alle domande sulla scadente coordinazione sono seguite quelle sull'aspetto del padiglione cinese. Un'altra patata bollente nelle mani di He Jingtang, la cui squadra di lavoro si era aggiudicata l'appalto per la progettazione superando ben 343 concorrenti: "Deve rappresentare le caratteristiche della cultura cinese e deve veicolare il messaggio che la Cina è una grande e imponente nazione, costantemente protesa al miglioramento; e che il Paese sta crescedo" queste le parole con cui il direttore della Scuola di Architettura e Ingegneria Civile all'Università della Tecnologia della Cina Meridionale ha descritto la struttura, respingendo le critiche di quanti ne hanno messo in discussione le eccessive dimensioni. Tra i critici del progetto anche Wang Guixiang, professore presso l'Istituto di Architettura dell'Università Qinghua di Pechino. Recentemente intervistato da Agichina24, il professor Wang aveva espresso la propria contrarietà in questi termini: "Una tonalità di rosso troppo accesa e una forma imponente non accolgono e accompagnano il visitatore; al contrario, lo colpiscono e disorientano. Nel suo complesso, l'edificio risulta ben poco rappresentativo della raffinatezza e della delicatezza propria dell'architettura cinese tradizionale". La realizzazione del padiglione cinese prevedeva un budget iniziale di 2 miliardi di yuan, ma il costo finale del progetto non è ancora stato svelato. L'EXPO 2010 aprirà i battenti tra soli 9 giorni: nei 184 giorni di apertura si prevedono 70 milioni di visitatori, di cui 4 milioni provenienti dall'estero.