Pechino, 23 feb. - Africa e Asia ad alto rischio di rifiuti elettronici: questo l'allarme lanciato dall'ONU che invita i Paesi in via di sviluppo - dove la vendita di prodotti come computer e cellulari è in continuo aumento - a dotarsi di adeguati sistemi di riciclaggio. Negli ultimi anni, infatti, le vendite di apparecchi elettronici sono lievitate; tra i prodotti più acquistati svettano i telefoni cellulari, le cui vendite sono passate da 860 milioni nel 2006 a 1 miliardo nel 2007. Nonostante il problema coinvolga Brasile, Africa, Cina e India, al momento sono gli ultimi due i paesi più a rischio. I dati sono allarmanti: secondo il report dell'UNEP (United Nation Environment Program, agenzia ambientale ONU) le due nazioni producono ogni anno circa 1, 5 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici derivati dalla produzione di TV e 600 000 tonnellate originate dai frigoriferi. Il report, inoltre, stima che entro il 2020 la Cina potrebbe subire un aumento tra il 200% e il 400% di rifiuti elettronici provenienti dai vecchi computer e un e-waste sette volte più alto rispetto al 2007 derivato dai cellulari. E ancora più preoccupante è la situazione dell'India che dovrà fronteggiare un aumento del 500% di rifiuti originati dai pc e un e-waste 18 volte più alto rispetto al 2007. Il rischio maggiore è quello che i componenti elettronici arrechino danni sia all'ambiente che alla salute della popolazione locale, così come denunciato dall'Ecologist sulla base di un recente studio condotto nel Ghana. A questo proposito è intervenuto anche Achim Steiner - Direttore Esecutivo dell'UNEP - sottolineando che investire nello smaltimento di rifiuti elettronici non solo rappresenta la giusta soluzione alla prevenzione di malattie e alla salvaguardia dell'ambiente, ma fornisce anche ottime opportunità d'impiego.