Roma, 5 gen.- La comunità cinese di Roma è sotto shock: mercoledì pomeriggio un uomo e la figlia di appena 9 mesi sono stati uccisi durante quello che ogni probabilità era un tentativo di rapina. Il tragico episodio è avvenuto in via Giovannoli, all'angolo con via Tempesta, nella zona di Torpignattara. La vittima, Zhou Zeng un cinese di 32 anni che gestiva un bar, era con la moglie ventisettenne e aveva in braccio la bimba quando è stato avvicinato da due giovani a bordo di uno scooter. Alla reazione della donna i due hanno sparato e colpito prima la piccola, poi l'uomo. La bambina è morta sul colpo, raggiunta alla testa da un proiettile; il padre poco dopo. La donna, cui i rapinatori hanno strappato via la borsa, è ferita in modo lieve. Dalle prime ricostruzioni degli inquirenti a margine del vertice convocato d'urgenza in Prefettura giovedì mattina emerge che nel giubbotto dell'uomo sono stati ritrovati circa 3mila euro, l'intero incasso della giornata. Mentre nella borsa della donna erano contenuti solo oggetti personali.
Che i cinesi siano vittime di rapine non è una novità, ciò che sconvolge è la violenza usata in questa vicenda. Così Marco Wong, presidente onorario di Associna commenta ad Agichina24 l'omicidio di Torpignattara. Associna è la principale associazione delle nuove generazioni italo-cinesi nati o cresciuti in Italia che dal 2005 lavora per creare un ponte tra le due culture e favorire l'integrazione. "Non conoscevo le vittime, ma conosco molto bene la zona, Torpignattara, dove c'è una forte presenza di cinesi, molti dei quali gestiscono bar" spiega Wong. "Episodi come questi non sono affatto nuovi, da anni i commercianti cinesi sono sempre più vittima di rapine, tanto che diversi mesi fa all'Esquilino - la Chinatown della capitale - hanno istituito dei servizi di vigilanza finanziati da loro stessi per proteggere i loro negozi". La comunità cinese non è sotto shock per la rapina in sé – sottolinea ancora Marco Wong - ma per la violenza gratuita. L'opinione diffusa è che i reati commessi dai cinesi abbiano come obiettivo i soli connazionali, "ma in realtà non è così: i cinesi sono sempre stati vittime di rapine commesse sia da connazionali che da italiani o stranieri".
E anche i cinesi, come gli altri stranieri immigrati, non sono immuni da episodi di violenza razziale. "Basti ricordare il pestaggio di un anziano cinese da parte di un gruppo di giovani avvenuto qualche tempo fa" continua Wong. "Spesso però queste violenze di matrice razziale non vengono denunciate e per questo il numero dei casi sembra più basso rispetto a quello delle vittime di altre nazionalità". D'altronde, sostiene il presidente di Associna, si tratta un sentimento che spesso fa da sfondo anche a reati che a primo impatto non sembrano legati a fattori razziali. "Prendiamo il caso della rapina: di solito il rapinatore prende i soldi e scappa, il fatto che a volte questa si concluda con un pestaggio o con un omicidio deriva spesso dalla percezione che la vittima sia un diverso e che costituisce un pericolo".
di Sonia Montrella
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