OMAGGIO A WONG FEI HUNG EROE CHE HA AFFASCINATO IL MONDO

OMAGGIO A WONG FEI HUNG  EROE CHE HA AFFASCINATO IL MONDO

Roma, 16 mar. - Si celebra domenica 18 marzo, in decine di città di tutti i continenti, il celeberrimo eroe cinese delle arti marziali, Wong Fei Hung, simbolo delle virtù confuciane, di integrità morale e di giustizia. Giunto alla terza edizione, e nato da un'idea di due maestri italiani rappresentanti di antiche scuole tradizionali (Luigi Martone e Francesco Palmieri), il Wong Fei Hung Day ha da subito raccolto centinaia di adesioni nel riuscito intento di unire, in una giornata di studio ed esibizioni di Kung Fu, tutti i praticanti contemporaneamente in luoghi lontani migliaia di chilometri. Una catena ideale che rappresenta – nello spirito di Wong Fei Hung – la fratellanza di uomini che condividono simili valori al di là delle rispettive culture, etnie, fedi politiche e religiose. L'universalità dei valori espressi da Wong Fei Hung, benché saldamente ancorati alla cultura cinese, travalica i confini di una specifica civiltà ed è compatibile con gli uomini di ogni tempo e latitudine, come recita una nota massima: sì hai yi jia ('quattro mari, una sola famiglia').

 

Wong Fei Hung (Huang Fei Hong nella pronuncia mandarina e romanizzazione pinyin) nacque a Foshan nel 1847 e morì a Guangzhou nel 1925: fu il più talentuoso maestro di Kung Fu di quei tempi, rinomato pure per la Danza del Leone, nonché medico ed erborista. Dedicò le sue energie a difesa dei deboli, dei poveri e dei malati riparando i torti che poteva anche con le maniere forti qualora si rendesse necessario. Vivendo in un'epoca molto amara per la Cina, Wong Fei Hung  fu l'icona dell'Eroe che si batte contro l'arroganza del Potere (la dinastia Qing avviata al tramonto) e l'oppressione straniera (ebbe parte di istruttore militare nella Rivolta degli Stendardi Neri contro i francesi in Vietnam settentrionale e visse l'effimera Repubblica di Formosa, che durò poco più di un fiore, dalla primavera all'autunno del 1895).

 

La sua celebrità data però agli anni successivi alla morte, quando la novellistica popolare cominciò a trattarne le gesta, raccogliendo episodi che trasfigurarono rapidamente la realtà in leggenda secondo il tipico procedimento formativo degli Eroi folklorici e specialmente guerrieri (clamorosi i casi dei condottieri Yue Fei e Guan Yu, ma si pensi anche fuori dei confini cinesi al tibetano Gesar di Ling). Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la gloria di Wong brillò sul grande schermo grazie a una fortunatissima serie di produzione hongkonghese in cui il maestro era interpretato da Kwan Tak Hing (1905-1996), già attore d'Opera Cantonese che gli prestò le sembianze in ben 77 pellicole. Notevole a margine, per il successo ottenuto, il 'tema' musicale che vestiva il sonoro, ripreso da una melodia popolare guerresca e riarrangiato fino ai nostri giorni in mille e una maniera.

Molti si cimentarono successivamente nei panni di Wong Fei Hung
- ma senza mai uguagliare la longevità di Kwan Tak Hing - tra cui l'ex campione di Wu Shu, Jet Li (nella serie Once upon a time in China diretta da Tsui Hark) e Jackie Chan (famoso è il suo giovanile Drunken Master). Ciascuno fornì, all'Eroe, la colorazione tipica del proprio tratto umano e la cifra dei tempi in cui lo recitava, ma finalmente il nome di Wong veleggiava sui 'quattro mari' e affascinava l'Occidente tutto. In questo favorito, a dire la verità, dalla diaspora cinese nella cui memoria il maestro cantonese è registrato attiguamente al sentimento di riscatto nazionale e quale tipo umano ambìto pure in contesti di materialismo degradato. Non foss'altro come 'carattere' di una ideale tensione: è appunto quel Sé confuciano dissimulabile ma incancellabile, per cui i cinesi non si perdonano mai fino in fondo dei loro peccati e per cui a molti da beizi, talune volte, non spiacerebbe avere gli occhi a mandorla.  

@Riproduzione riservata