OBIETTIVO "FORZE OSTILI DALL'ESTERO"
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OBIETTIVO "FORZE OSTILI DALL'ESTERO"

OBIETTIVO "FORZE
OSTILI DALL'ESTERO"

Internet
OBIETTIVO "FORZE OSTILI DALL'ESTERO"
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Pechino, 04 mag. - "Rinforzeremo i controlli per bloccare la diffusione di informazioni dannose provenienti dall'estero in Cina e resistere alla penetrazione online di forze straniere ostili": è l'immagine di un web cinese sotto assedio quella che emerge dalle dichiarazioni rilasciate dal capo dell'Ufficio Informazioni del Gabinetto Wang Chen all'agenzia di Stato Xinhua lunedì scorso, in merito a una nuova campagna di controllo delle informazioni su internet. La mossa fa parte di una serie di misure per colpire la prostituzione, il gioco d'azzardo e le truffe online, ma Wang non ha fornito altri dettagli sul tipo di informazioni che verranno colpite dal nuovo giro di vite. La notizia giunge a poca distanza dall'annuncio che il Dragone ha infranto un nuovo record di navigatori: secondo lo State Council Information Office sono ormai 404 milioni gli internauti cinesi, che vanno così a consolidarsi come la più imponente comunità web del mondo. Da quando internet è sbarcata in Cina, Pechino incoraggia l'utilizzo della rete per gli affari e l'istruzione, ma blocca sistematicamente tutti i contenuti sgraditi al governo: uno dei principali strumenti di controllo è costituito da un filtro lanciato nel 1998 che il governo chiama "Scudo Dorato"e che gli internauti chiamano comunemente "Grande Muraglia di Fuoco". Secondo la tv di Stato CCTV, il progetto è costato - solo all'avvio - 6.4 miliardi di yuan (più di 650 milioni di euro). La Grande Muraglia di Fuoco si avvale sia di sofisticati software che bloccano automaticamente parole chiave, sia di una sezione della polizia che controlla continuamente la rete, composta da almeno 40 mila poliziotti. Social network come YouTube, Facebook, Flickr, Twitter sono stati bloccati dopo i sanguinosi scontri etnici del luglio scorso nello Xinjiang, la provincia dell'estremo ovest della Cina abitata dagli uiguri, una minoranza turcofona e islamica: alcuni dei rivoltosi, effettivamente, avevano coordinato gli attacchi via web. Con la sola eccezione di Twitter, il navigatore cinese può accedere a molti siti domestici che offrono gli stessi servizi, in pratica delle copie locali, i cui contenuti sono continuamente controllati dalla censura; le piattaforme che ospitano blog vigilano in continuazione sulle opinioni espresse dai blogger. Nel gennaio scorso Google aveva minacciato di sbloccare le pagine censurate e abbandonare la Cina, accusandola di essere all'origine di una serie di "sofisticati hacker" che avevano sottratto il know how di numerose società statunitensi e violato le caselle mail di alcuni attivisti politici; una minaccia poi parzialmente attuata tramite il reindirizzamento dei navigatori cinesi sulla versione di Hong Kong. Adesso, secondo le dichiarazioni di Wang, verranno imposti nuovi filtri sulle pagine provenienti dall'estero: il muro contro muro continua.
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