OBAMA:«NUOVA AGENZIA CONTRO PRATICHE SLEALI»
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OBAMA:«NUOVA AGENZIA CONTRO PRATICHE SLEALI»

OBAMA:«NUOVA AGENZIA CONTRO PRATICHE SLEALI»

Politica internazionale
OBAMA:«NUOVA AGENZIA CONTRO PRATICHE SLEALI»
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Pechino, 25 gen.- Gli scontri commerciali tra Usa e Cina siproiettano su un nuovo livello, dopo i botta e risposta delle ultimesettimane sui casi Taobao e turbine eoliche: nel suo discorso sulloStato dell'Unione il presidente Barack Obama ha annunciato la nascitadi una nuova agenzia per il commercio che "investigherà sulle pratiche commerciali scorrette in nazioni come la Cina".

 

"È sleale che un'altra nazione accetti che i nostri film, la nostramusica e i nostri software vengano copiati, ed è sleale che ilmanifatturiero di altri Paesi abbia un vantaggio sul nostro perché èpesantemente sostenuto dagli aiuti dello Stato - ha detto Obama - e ionon accetterò che i nostri concorrenti non giochino secondo le regole".

 

Un riferimento diretto proprio alla Cina, affermazioni, che senzadubbio saranno accolte nuovamente a muso duro non appena Pechino sisarà ripresa dai festeggiamenti per il Capodanno Cinese, che siconcluderanno sabato prossimo. Per adesso, a occuparsi della questioneè stato quasi solamente il quotidiano di Pechino "Legal News",ironizzando sul presidente americano: "È importante sottolineare cheObama ha menzionato la Cina cinque volte nel suo discorso sullo Statodell'Unione, e che ogni volta la Cina era legata a questioni economiche. Obama ha ripetutamente attribuito le difficoltà dell'economia statunitense alla rapida crescita cinese".

 

La nuova agenzia voluta da Barack Obama si chiamerà Trade Enforcement Unit e avrà il compito di indagare sulle pratiche commerciali sleali e intensificare le ispezioni per bloccare l'accesso di prodotti falsi sul territorio americano.

 

Nelle ultime settimane le polemiche su presunti comportamenti slealida parte delle aziende cinesi si sono intensificate: giovedì scorso ilDipartimento del Commercio Usa aveva annunciato l'avvio di una nuovaindagine per verificare se i pali per le turbine eoliche prodotti in Cina e in Vietnam abbiano danneggiato le industrie americane attraverso pratiche di dumping. Il commento di Pechino è arrivato a stretto giro di posta: "Quest'indagine non è solo dannosa per la cooperazione tra Cina e Usa nel campo delle energie rinnovabili- si legge in un comunicato del ministero del Commercio cinese - ma danneggerà anche l'industria americana,perché non è in linea con gli sforzi globali contro i cambiamenticlimatici. La Cina spera che gli Stati Uniti rispettino gli impegniassunti al summit G20 di Cannes per evitare l'introduzione di nuove misure protezioniste".

 

Negli stessi giorni Pechino aveva protestato vigorosamente per l'inclusione di Taobao - ilgigante dell'e-commerce cinese - nella lista dei mercati di mercicontraffatte, compilata dalla United States Trade Representative. E lalista delle controversie Pechino-Washington è ancora lunga: si va dalle restrizioni sull'import di pollame cinese (cui la Cina si è opposta, vincendo il primo round in sede WTO) fino a quella sui produttori di freni.In estate, negli USA aveva destato particolare scalpore la vicenda diSolyndra, industria di pannelli solari costretta alla bancarotta dallacompetizione dei produttori del Dragone, accusati di ottenere robustiaiuti di Stato. Nonostante un programma di prestiti governativi da 535 milioni di dollari, Solyndra non è riuscita a evitare il fallimento.

 

Il Drago cinese e l'Aquila americana sono sull'orlo di una guerra commerciale o la stanno già combattendo?Se ne dovrà discutere nel prossimo summit, quando il vicepresidentecinese (e probabile prossimo numero uno) Xi Jinping volerà a Washingtonper incontrare Obama (questo articolo),ironia della sorte proprio nel giorno della festa degli innamorati, il14 febbraio prossimo. Ma molti segnali indicano che l'economia cinese èsempre più dipendente da quella americana, a causa del calo degliordini dai 27 Paesi dell'Eurozona: i dati del Dipartimento delCommercio USA mostrano che nei primi 11 mesi dello scorso anno il surplus commercialedi Pechino nei confronti di Washington è stato di 272.3 miliardi didollari, un aumento del 7.9% rispetto allo stesso periodo del 2010.

 

di Antonio Talia

 

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