Pechino, 18 apr.- Dopo la nuova zampata dell'inflazione (questo articolo), Pechino corre ai ripari con l'ennesimo incremento del coefficiente di riserva obbligatoria: la Banca centrale cinese ha annunciato ieri un ulteriore aumento di 50 punti base, effettivo da giovedì 21. Il coefficiente di riserva che gli istituti di credito debbono vincolare presso People's Bank of China raggiunge così la quota record del 20.5%, e secondo alcuni calcoli servirà a sottrarre dal sistema 350 miliardi di yuan (circa 37.7 miliardi di euro) con i quali altrimenti le banche potrebbero erogare nuovi prestiti.
Si tratta del settimo incremento dallo scorso ottobre, quando il governo di Pechino ha intensificato gli sforzi contro l'inflazione, alzando anche i tassi d'interesse per ben quattro volte. La manovra non giunge certo inaspettata: venerdì scorso l'Ufficio Nazionale di Statistica aveva reso noto che a marzo l'indice dei prezzi al consumo era aumentato del 5.4%, un'ulteriore accelerata rispetto al +4.9% registrato a gennaio e a febbraio e un incremento preoccupante rispetto al tetto del 4% entro il quale il governo vorrebbe contenere l'inflazione nel 2011. I dati ufficiali diffusi da Pechino, inoltre, mostrano che nel primo trimestre 2011 le riserve in valuta estera detenute dalla Cina hanno infranto un nuovo record superando di poco i 3mila miliardi di yuan (questo articolo), un aumento che - letto in coincidenza con il deficit commerciale da 1.02 miliardi di dollari che il Dragone ha conseguito nello stesso periodo (questo articolo), il primo degli ultimi sette anni - mostra che ad incrementare la base monetaria che provoca l'inflazione sarebbero soprattutto gli afflussi di capitali dall'estero. Contestualmente, a marzo le banche cinesi hanno erogato nuovi prestiti per 679.4 miliardi di yuan (72 miliardi di euro) e la liquidità in circolazione nel sistema cinese è cresciuta del 16.6% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Entrambi i dati vanno al di là delle previsioni degli economisti, ed evidenziano i timori sull'inflazione in crescita in tutto il paese.
La scorsa settimana l'agenzia di stato Xinhua ha pubblicato alcuni estratti del discorso del premier Wen Jiabao al Consiglio di Stato: "Dobbiamo fare qualsiasi cosa per arrestare l'inflazione, che rimane la nostra priorità per quest'anno - ha dichiarato il premier - e se non riusciremo ad applicare con successo tutte le politiche necessarie a controllare i prezzi, a lungo andare la credibilità del governo potrebbe scomparire". Normalmente in occasione di riunioni operative l'agenzia diffonde solo brevi comunicati, la pubblicazione degli estratti di un discorso così crudo suona quindi come un'ulteriore conferma della serietà della situazione.
di Antonio TaliaARTICOLI CORRELATI
Marzo, inflazione da record, mai così in 32 mesi
Fmi, Cina nel 2011 crescere del 9,6%
"Probabili nuovi aumenti dei tassi d'interesse"
Banca centrale alza i tassi di 25 punti base
Csn: a marzo rischio inflazione oltre il 5%
Impennata import cinese granturco
PBoC innalza ancora riserve obbligatorie
Inflazione continua a correre: febbraio +4,9%
A febbraio deficit commerciale per 7.3 mld di dollari
Fitch, rischio crisi sistemica Cina al 60%
DOSSIER ANP: Wen, verso nuovo piano quinquennale, obiettivo 7%
©Riproduzione riservata