NUOVO APPELLO DEI GELSOMINI, L'IRA DEL PARTITO
ADV
ADV
NUOVO APPELLO DEI GELSOMINI, L'IRA DEL PARTITO

NUOVO APPELLO DEI GELSOMINI, L'IRA DEL PARTITO

Politica interna
NUOVO APPELLO DEI GELSOMINI, L'IRA DEL PARTITO
di lettura

Pechino, 23 feb.- I misteriosi promotori dei "raduni dei gelsomini" sono tornati a farsi sentire con alcune lettere pubblicate ieri sera sul sito in lingua cinese - ma domiciliato negli USA - Boxun.com. Il gruppo anonimo invita i cinesi a tornare in piazza ogni domenica, negli stessi luoghi della scorsa settimana, per chiedere al governo di "lottare contro la corruzione" e "accettare lo scrutinio del popolo": "I diritti del popolo cinese rappresentano qualcosa per il quale gli stessi cinesi devono lottare, - si legge in un comunicato web-  vi invitiamo ad unirvi ad una protesta non violenta per spingere il governo a rispettare i diritti elementari del popolo". 

 

Domenica scorsa, dopo una prima lettera, si era assistito ad alcuni timidi assembramenti in 13 diverse città cinesi (questo articolo) . A Wangfujing, una delle vie dello shopping di Pechino, si erano radunate circa 250 persone, soprattutto giornalisti stranieri e forze dell'ordine, in uniforme e in borghese. Qualcuno aveva lanciato in aria dei gelsomini - adottati come simbolo della protesta, sulla falsariga delle manifestazioni tunisine -, ma un considerevole spiegamento di forze della polizia ha presto disperso la folla e sottoposto almeno due persone allo stato di fermo. La repressione, peraltro, era già scattata da diverse ore: a partire da venerdì scorso, secondo il gruppo con sede ad Hong Kong China Human Rights Defenders, sono stati almeno 100 gli attivisti e gli avvocati per i diritti umani sottoposti dalla polizia a restrizioni della libertà personale. La parola "gelsomino" è stata fatta sparire dalle piattaforme di microblogging, ma i messaggi continuano a filtrare la censura attraverso sistemi di proxy e vpn.  Gli organizzatori dei "raduni dei gelsomini" si sono scusati online, sostenendo di essere un gruppo nuovo, privo di contatti diretti con la vecchia generazione di attivisti: "Nessuno di loro ha nulla a che fare con il nostro movimento - sostiene un altro messaggio web anonimo - e abbiamo a lungo discusso la possibilità di consegnarci alle autorità per discolparli, ma senza raggiungere un accordo". 

 

Pechino, intanto, si scaglia contro le "forze ostili straniere": "Le strategie di alcune forze occidentali ostili che cercano di dividerci si stanno intensificando - ha dichiarato il vicesegretario generale della Commissione per gli affari politici e legali Chen Jiping - stanno sventolando la bandiera della difesa dei diritti per intromettersi nei conflitti interni e creare maliziosamente ogni sorta d'incidenti". Per far fronte a questa minaccia, ha proseguito, le autorità di Pechino stanno intensificando e rendendo più sofisticati i controlli sui cittadini, attraverso una duplice valutazione dell'impatto delle proteste sulla stabilità sociale e sull'economia. Nessun commento diretto, invece, da parte del governo: il portavoce del ministero degli Esteri, Ma Zhaoxu, si è limitato a evidenziare "la comune aspirazione del popolo cinese a promuovere la stabilità sociale e politica e l'armonia sociale e a salvaguardare i mezzi di sussistenza del popolo".

 

di Antonio Talia

Galleria Fotografica


© Riproduzione riservata 

ADV
ADV