Pechino, 10 nov.- Sono diciannove i minatori morti e almeno 43 quelli rimasti intrappolati in seguito allo scoppio che si è verificato nella mattinata di giovedì in una miniera dello Yunnan, provincia sudorientale della Cina.
L'incidente -il quinto in una miniera cinese negli ultimi 30 giorni- è la conseguenza di una fuga di gas avvenuta intorno alle 6:30, ora locale. Centinaia di soccorritori sono al lavoro sul posto per tentare di raggiungere i superstiti.
Le miniere cinesi sono le più letali al mondo, a causa della mancanza di adeguati standard di sicurezze e per via della continua domanda di carbone e altre risorse minerarie necessarie a sostenere l'incessante crescita economica del Dragone. Lo scorso anno 2433 persone sono rimaste uccise in incidenti simili, un lieve "miglioramento" rispetto al terribile bilancio del 2010, quando le vittime erano state 2631. Nel 2007, annus horribilis delle miniere cinesi, erano morti circa 7mila minatori.
L'incidente di giovedì è avvenuto a breve distanza di tempo da quello del 4 novembre, quando nella provincia dello Henan sono rimaste uccise 4 persone. In quell'occasione i soccorritori erano riusciti, dopo 36 ore di lavoro senza sosta,a trarre in salvo 45 minatori rimasti intrappolati a centinaia di metri di profondità.
Dopo un altro scoppio, verificatosi il 30 ottobre nello Hunan, nel quale avevano perso la vita 29 operai, tutta la Cina torna a trattenere il fiato seguendo le operazioni di soccorso. Nonostante l'aumento delle ispezioni, questi incidenti si susseguono anche a causa dell'avidità dei proprietari delle miniere, che spesso –a fianco al filone ufficiale- ne aprono altri completamente clandestini, non registrati, e pertanto completamente privi di qualsiasi misura di sicurezza, con l'obiettivo di incrementare la produttività. Il carbone, inoltre, continua ad essere la principale fonte energetica per le industrie cinesi, e soddisfa da solo oltre il 70% del fabbisogno del colosso asiatico.
Negli ultimi anni, diversi funzionari responsabili di negligenza o colpevoli per l'apertura delle miniere clandestine sono stati puniti con la condanna a morte.
di Antonio Talia
© Riproduzione riservata