Pechino, 07 dic. - È rimasto deluso chi si aspettava grandi cambiamenti dalla Conferenza Economica Centrale, conclusasi oggi a Pechino. Il raduno annuale dei più importanti policy makers del Dragone, presieduto dal presidente Hu Jintao e dal premier Wen Jiabao, si è chiuso con l'annuncio che la Cina nel 2010 continuerà ad adottare una politica monetaria "moderatamente" espansiva, e proseguirà con le misure a sostegno dell'economia. Secondo quanto reso noto dall'agenzia di Stato Xinhua, il governo intende assicurare una continuità alle misure prese nel 2009 per aumentare i consumi interni, e punta ad aggiornare i modelli di crescita del paese sganciandosi dal ruolo eccessivamente pesante che giocano le aziende di stato. La leadership di Pechino, inoltre, continua a tenere presente i pericoli connessi a un possibile aumento dell'inflazione e allo scoppio di bolle speculative, ma riconosce comunque la necessità di mantenere le misure di stimolo all'economia per creare nuovi posti di lavoro e sostenere la ripresa nel peggiore rallentamento della crescita registrato in più di dieci anni. Si tratta, in sostanza, delle stesse posizioni espresse il mese scorso dal Politburo del Partito Comunista Cinese, quando il premier Wen Jiabao affermò la necessità di adottare per il 2010 le stesse politiche lanciate nel 2009 e respinse qualsiasi invito ad un apprezzamento dello yuan. Secondo le previsioni dell'Accademia Cinese di Scienze Sociali nel 2010 la Cina potrà puntare a una crescita del 9.1% rispetto al +8.3% stimato per quest'anno. Secondo i dati ufficiali il PIL del Dragone aveva registrato un +8.9% nel terzo trimestre 2009 dopo il pessimo +6.1% del periodo gennaio-marzo. Nel novembre dell'anno scorso il governo aveva lanciato un pacchetto straordinario di stimoli all'economia da 4mila miliardi di yuan (circa 400 miliardi di euro) per sostenere consumi e nuovi investimenti.