No di Pechino a Washington su taglio petrolio Iran

di Eugenio Buzzetti


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Pechino, 22 mar. - La Cina non seguirà Washington sulla strada delle restrizioni di importazioni di petrolio iraniano. E' un no netto quello di Pechino, che dalle pagine del Quotidiano del Popolo, organo ufficiale del Partito Comunista Cinese, fa sapere che non si unirà al gruppo di Paesi guidati dagli Usa che hanno aderito alla riduzione delle importazioni di petrolio iraniano nel tentativo di isolare Teheran sullo scacchiere mondiale.

 

Nell'editoriale pubblicato dal Quotidiano del Popolo, Pechino definisce "unilaterale" l'iniziativa americana, che potrebbe avere come conseguenza anche quella di accelerare il programma nucleare di Teheran. Gli Stati Uniti hanno esentato Giappone e altri dieci Paesi dell'Eurozona da sanzioni finanziarie, ovvero, per sei mesi non correranno il rischio di venire escluse dal sistema finanziario statunitense.



Nell'editoriale, a firma"Zhong Sheng", letteralmente "voce della Cina", firma che sta a indicare il punto di vista del giornale, il Quotidiano del Popolo difende la scelta cinese di continuare a importare petrolio da Teheran. L'organo del Pcc considera questa "una faccenda di spiccato unilateralismo: le regole che valgono per uno solo diventano regole mondiali. Tutti devono rispettarle e se non lo fai sarai punito". Il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino ha poi dichiarato che la Cina usa i normali canali per l'acquisto di petrolio dall'Iran e il commercio tra i due Paesi è ragionevole, legittimo e legale.



L'importazione di petrolio iraniano di Giappone, India e Cina conta da solo per circa la metà dell'intero export petrolifero di Teheran, per un totale di circa 2,6 milioni di barili al giorno. Come la Cina, anche l'India non ha aderito all'iniziativa statunitense. Anche Corea del Sud e Turchia, storici alleati degli Stati Uniti, hanno detto no all'iniziativa di Washington. Le dieci nazioni europee che si sono invece schierate al fianco degli Usa nello stop alle importazioni di greggio iraniano dal prossimo luglio sono: Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca e Spagna.

 

Nei primi tre mesi del 2012, la Cina ha diminuito l'import di greggio iraniano di più della metà, dopo che il principale gruppo petrolifero cinese, Sinopec, ha intrapreso una disputa con Teheran sui prezzi del greggio al barile che ha fatto lievitare i prezzi del greggio sui mercati internazionali. Negli scorsi mesi la Cina ha operato acquisti spot dal Medio Oriente, dalla Russia e dall'Africa, prima che Sinopec decidesse di portare a 285mila barili al giorno la quota di import di greggio dall'Iran.

 

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