Di Alessandra Spalletta
Roma, 1 lug. - I cinesi in Italia producono 6 miliardi di Pil e contribuiscono alla nostra economia con 250 milioni di Irpef, con un aumento dell'imprenditoria del 32% in cinque anni e un calo della rimesse verso il paese d'origine, dato che riflette una maggiore propensione a investire. E' il quadro che emerge dal rapporto sul valore economico dei cinesi in Italia elaborato dalla Fondazione Leone Moressa, Studi e ricerche sull'economia dell'immigrazione. Quarta nazionalita' per ordine di grandezza, a gennaio 2016 sono 271mila i cittadini cinesi regolari residenti nel nostro paese, pari al 5,4% del totale degli stranieri; di questi il 49,4% sono donne. La regione dove si concentra il maggior numero di cinesi e' la Lombardia (61mila), seguita dalla Toscana dove con l'11,6% quella cinese rappresenta la componente piu' rilevante rispetto alla popolazione immigrata. E' di 6 miliardi di Pil il valore prodotto dagli occupati cinesi, che rappresentano il 5% degli occupati stranieri dai 15 ai 64 anni. Il tasso di occupazione dei cinesi in Italia (67,8%) e' piu' alto rispetto sia alla media degli immigrati sia al livello degli italiani (56,3%), mentre il tasso di disoccupazione (4,8%) e' decisamente inferiore alla media. Non e' vero che gran parte dei cinesi lavora nel settore della ristorazione, dove si concentra il 27% degli occupati, mentre il commercio ne assorbe il 36% e l'industria il 28%. Il numero degli imprenditori nati in Cina cresce molto piu' velocemente di quello di altre comunita': rappresentano il 10% degli imprenditori stranieri e negli ultimi 5 anni hanno registrato un incremento del 32%, pari a 16mila unita' in piu' rispetto al 2010. Con il 45,5% e' molto forte la presenza femminile. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, gli imprenditori cinesi sono maggiormente presenti in Lombardia, Toscana e Veneto. Milano e' la citta' che registra il maggior numero di presenze (12,2%), segue Prato (9%) e in terza posizione Roma (7,8%). Se in Toscana il 20% degli imprenditori stranieri e' cinese (1 su 5), a Prato questa percentuale arriva al 63%.
La comunita' cinese si distingue anche per l'aumento del gettito fiscale. Sono stati 92 mila i contribuenti nati in Cina che nel 2015 hanno versato l'imposta netta, il 4,2% rispetto al totale nati all'estero (6° paese in graduatoria). Il gettito Irpef prodotto e' di 250 milioni di euro, con una media pro-capite di circa 2.700 euro annui. Se il totale dei nati all'estero ha subito nell'ultimo anno un lieve calo nel gettito Irpef (-0,1%), la Cina ha fatto segnare un +6,5% nel numero di contribuenti e +11,9% nel volume IRPEF. Altro dato significativo e' rappresentato dal calo delle rimesse. La Cina, che fino a pochi anni fa era la meta principale delle rimesse, ha subito un calo molto significativo ed oggi raccoglie appena un decimo del volume totale. Flussi diminuiti sensibilmente nell'ultimo anno (-31,9%), ma ancor di piu' se si considerano gli ultimi cinque anni (-71,4%). Questo dato puo' significare, da un lato, la maggiore propensione degli immigrati cinesi ad investire in Italia, allentando i legami con il paese d'origine, ma riflette anche l'intensificarsi dei controlli sulle transazioni, volti a diminuire gli utilizzi impropri di questo canale.
01 LUGLIO 2016
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