Mr Bernanke, Pechino non si fida più di Lei
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Mr Bernanke, Pechino non si fida più di Lei

Mr Bernanke, Pechino non si fida più di Lei

Sul Wall Street Journal la lettera (immaginaria) del governo cinese
di lettura
Caro presidente Bernanke
a nome dei suoi tanti amici cinesi e di tutto il popolo cinese, vogliamo porgerLe le nostre congratulazioni per la sua recente riconferma nell'incarico di presidente della Riserva federale degli Stati Uniti. Siamo oltremodo compiaciuti di sapere che l'uomo che lo scorso anno ha salvato i nostri titoli garantiti da ipoteca della Fannie Mae sarà il Grande Timoniere della Moneta per altri quattro anni.
Riscontriamo anche con soddisfazione e ammirazione le sue numerose recenti assicurazioni, rilasciate attraverso il Wall Street Journal e nei Suoi numerosi ed eloquenti discorsi, che Lei e la Riserva federale non avete alcuna intenzione di consentire che il dollaro torni preda dell'inflazione. Ciò è fonte di grande rassicurazione per il popolo cinese, per non parlare dei burocrati di Pechino che hanno preso la decisione di investire mille miliardi di dollari e più nei suddetti titoli denominati in dollari.
Come potrete immaginare, questo argomento ha provocato delle polemiche politiche all'interno del Governo della Repubblica popolare cinese, come è successo anche, abbiamo notato, sull'irresponsabile stampa finanziaria americana. Noi, per fortuna, questo secondo problema non lo abbiamo, ma La preghiamo di credere che condividiamo il Suo sdegno nei confronti di qualunque voce si levi, da mezzi d'informazione antipatriottici, a mettere in dubbio la Sua determinazione a mantenere stabile il valore della valuta di riserva globale.
Al tempo stesso, e con il più profondo rispetto, osserviamo anche con preoccupazione la decisione da Lei assunta quest'anno di acquistare buoni del Tesoro statunitensi, monetizzando direttamente il debito accumulato da irresponsabili uomini politici democratici (questa è una delle ragioni per cui noi cinesi siamo così diffidenti nei confronti della democrazia: conduce sempre a uno Stato sociale). Dobbiamo ammettere che quella decisione ci ha colto di sorpresa, considerando le numerose lezioni che per anni i nostri amici americani ci hanno impartito sull'importanza di una Banca centrale indipendente. Inoltre lo scorso anno abbiamo visto fare all'America molte cose che un tempo pensavamo un'economia capitalistica non dovesse mai fare: non è così?
Tenendo conto di tutto questo, abbiamo deciso di cautelarci e di comprare oro, petrolio e altre materie prime che aumenteranno di valore se il dollaro dovesse diminuire. Avrà pertanto notato che il petrolio è salito sopra i 71 dollari al barile, nonostante la debolezza della domanda globale, e in particolare avrà notato che l'oro questa settimana ha superato i mille dollari l'oncia.
Forse avrà letto notizie riguardo al fatto che stiamo raddoppiando le nostre riserve di oro e comprando altri metalli collegati. La prego di non allarmarsi. È il normale processo di diversificazione che qualsiasi creditore per migliaia di miliardi di dollari intraprenderebbe, giusto nell'eventualità in cui la definizione della Riserva federale degli Stati Uniti di "periodo esteso" di politiche monetarie espansive dovesse rivelarsi ancora più esteso di quanto noi già presumiamo che sia. Saremo più che felici di tornare a investire in attività in dollari quando osserveremo una Sua determinazione a limitare la liquidità; dev'essere senz'altro questo motivo che ha spinto il presidente Obama a scegliere Lei preferendoLa all'illustre consigliere economico della Casa Bianca Lawrence Summers.
Le porgo di nuovo, a nome di tutto il popolo cinese, le nostre più sentite congratulazioni.
Sinceramente Suo,
il ministro dell'economia,
Pechino
(Traduzione di Fabio Galimberti)

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«Caro presidente Bernanke...»
Questo il titolo del commento non firmato pubblicato ieri dal Wall Street Journal. In una lettera immaginaria, il ministro dell'economia cinese spiega al presidente della Federal Reserve perché la Cina non si fida più
a investire sul dollaro

11/09/2009
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