Pechino, 15 apr.- L'agenzia di rating Moody's ha degradato ieri l'outlook del settore immobiliare cinese portandolo da "stabile" a "negativo". Secondo il rapporto di Moody's, fattori come la stretta attuata sui prestiti bancari, l'aumento dei tassi d'interesse e l'incremento dell'offerta condurranno inevitabilmente a un calo delle vendite e dei margini di profitto, e alcuni gruppi immobiliari rischiano un peggioramento della liquidità dei bilanci.
"Mentre il governo rafforza la sua strategia di controllo della crescita monetaria per ridurre i rischi legati all'inflazione e all'esposizione delle banche, nei prossimi 6-12 mesi gli operatori del settore immobiliare cinese affronteranno difficoltà operative nella gestione dei finanziamenti" si legge nel rapporto.
Il mercato cinese del mattone è da tempo a rischio surriscaldamento e il governo di Pechino ha lanciato numerose misure per contenere i continui aumenti dei prezzi delle proprietà, proibendo in alcune città l'acquisto di più di un appartamento e innalzando ben quattro volte i tassi d'interesse da ottobre ad oggi (questo articolo). Solo nel 2010 i prezzi delle case sono aumentati del 18% rispetto all'anno precedente, rendendo sempre più difficile l'acquisto di un appartamento per la classe media: le ragioni della formazione della bolla speculativa vanno rintracciate nella stagione 2009-2010, quando le banche - su impulso del governo - hanno concesso nuovi prestiti per 17500 miliardi di yuan (al cambio attuale circa 1850 miliardi di euro), la maggior parte dei quali è stata investita proprio nel mattone (questo articolo).
Ma secondo diversi rapporti per molti progetti è difficile intravedere reali margini di guadagno: un'indagine condotta dalla State Grid Co. (il monopolista della distribuzione di energia elettrica) in occasione dell'ultimo censimento, circolata per alcune settimane prima di essere smentita, mostrava che in alcune aree di città come Nanchino gli appartamenti di recente costruzione mai connessi alla rete - e quindi mai abitati - si aggiravano intorno al 30% del totale (questo articolo).
"I prezzi degli immobili commerciali sono ancora ben lontani dagli obiettivi del governo e dalle aspettative dei cittadini - ha detto il premier Wen Jiabao in un recente discorso al Consiglio di Stato -, alcuni governi locali non stanno applicando con decisione le misure di controllo decise dal governo centrale e i risultati devono essere ancora stabilizzati".
Moody non è la prima agenzia di rating che lancia un allarme sulla situazione immobiliare cinese negli ultimi mesi: nel marzo scorso Fitch aveva diffuso un rapporto secondo il quale da qui al 2013 c'è il 60% di possibilità che le banche del Dragone vengano sconvolte da un crollo dei prezzi delle case, capace di provocare un'ondata di insolvenze (questo articolo).
di Antonio Talia
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