MONITO DI HU: ATTENTI ALL'OCCIDENTALIZZAZIONE
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MONITO DI HU: ATTENTI ALL'OCCIDENTALIZZAZIONE

MONITO DI HU: ATTENTI ALL'OCCIDENTALIZZAZIONE

Politica Interna
MONITO DI HU: ATTENTI ALL'OCCIDENTALIZZAZIONE
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Roma,2 gen. - "Forze ostili" stanno cercando di "occidentalizzare" la Cina:il monito arriva direttamente dal presidente Hu Jintao, attraverso uncommento pubblicato sull'ultima edizione del magazine del PartitoComunista Cinese.


"Potenze internazionali ostili alla Cinastanno rafforzando i loro tentativi di occidentalizzarci e dividerci –,scrive Hu nell'articolo –il fronte ideologico e quello culturalerappresentano i loro obiettivi principali. Dobbiamo essere consapevolidell'importanza e della complessità di queste sfide e adottare potenti misure per affrontarle".

L'articolodi Hu Jintao riprende un tema, la cultura, che nell'ottobre scorso èstato oggetto dell'ultimo plenum del Comitato Centrale del PartitoComunista Cinese. Dall'ultima edizione di questo appuntamento chiave èemersa l'enorme importanza  che la leadership di Pechino attribuisce alcontrollo della sfera culturale: la cultura è un ""elemento chiave del potere cinese efonte di unità nazionale- si leggeva nel comunicato pubblicato tre mesiorsono - e la leadership culturale verrà impiegata come strumento divalutazione per l'operato dei funzionari".

Lo conferma lo stesso Hu Jintao: la Cina è un gigante economico e politico, ma sa anche di essere un nano sul fronte del "soft power" e dell'influenza che la sua cultura può esercitare sul resto del mondo. "La forza complessiva della cultura cinese e la sua influenza internazionale non sono commisurate allo status internazionale della Cina. La cultura internazionale dell'Occidenteè forte, ma noi siamo deboli" scrive ancora il leader, che invita amaggiori sforzi per soddisfare "la crescente domanda spirituale eculturale del popolo cinese".

Secondo alcune stime, negliultimi tempi la Cina ha investito 45 miliardi di yuan (9,19 miliardi dieuro) per potenziare i principali gruppi editoriali e televisivicontrollati dal governo e aumentarne la diffusione e l'autorevolezzaall'estero. Negli ultimi dieci anni Pechino ha tentato di rendere piùcompetitivi i media di Stato, un indirizzo che ha spesso condotto imezzi d'informazione a esercitare critiche più penetranti nei confrontidella politica.

L'offensiva degli ultimi mesi sembra diretta a recuperare controllo sui media:ad ottobre, ad esempio, i funzionari del Partito hanno ordinato unamaggiore sorveglianza sui social network per  "guidare l'opinionepubblica sui principali temi sociali": negli ultimi tempi Weibo, il"twitter cinese", è diventato spesso un canale attraverso il quale icittadini possono esprimere la propria insoddisfazione sulle politichedel governo, o anche diffondere notizie scomode come la rivolta nelvillaggio di Wukan e l'incidente che ha riversato fiumi di petrolionella baia di Bohai.

A partire da quest'anno, inoltre, nellafascia di prima serata dalle 19:30 alle 22 i 34 canali televisivicinesi potranno trasmettere in totale un massimo di nove programmi "dipuro svago" , mentre il resto del palinsesto dovrà essere dedicato a informazione,documentari e programmi educativi. L'ordine è quello di limitare "ilcattivo gusto" e "le trasmissioni di evasione": secondo il documentodella SARFT (State Administration of Radio, Film and Television)riportato dall'agenzia di Stato Xinhua, la maggior parte dei programmidovrà invece "promuovere l'armonia, la cultura" e adottare "un punto divista sano", evitando di enfatizzare "gli aspetti più cupi e oscuridella società".

Nell'ottobre del 2012 la Cina cambieràamministrazione e salirà al potere una nuova generazione di leader delPartito Comunista. Per il governo la sfida non si gioca solamente sulcampo della politica o dell'economia, ma anche sul piano dell'informazione, dove è d'importanza cruciale mantenere il consenso di un'opinione pubblica sempre più informata.

di Antonio Talia

 

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