MISSIONE DI ZUCKERBERG,INCONTRO CON SINA.COM
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MISSIONE DI ZUCKERBERG,INCONTRO CON SINA.COM

MISSIONE DI ZUCKERBERG,
INCONTRO CON SINA.COM

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MISSIONE DI ZUCKERBERG,INCONTRO CON SINA.COM
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Roma, 22 dic. - Continua la visita 'informale' e 'informatica' di Mark Zuckerberg in Cina e dopo Baidu è ora la volta del portale Sina.com. E' un viaggio di piacere quello che ha portato il fondatore di Facebook in Estremo Oriente in compagnia della propria ragazza Priscilla Chan, anche lei cinese. Ma monumenti e panorami non hanno impedito al ventiseienne, appena nominato "Uomo dell'anno" dalla rivista Forbes, di osservare un altro panorama: quello internautico cinese. E dopo il pranzo di martedì con Robert Li, amministratore delegato di Baidu, mercoledì Zuckerberg si è incontrato con il direttore generale del sito web Sina.com Charles Chao e con il vicepresidente Peng Shaobin. "Zuckerberg ha voluto saperne di più sul portale e sul funzionamento di Weibo" si legge in un comunicato stampa inviato da Sina.com all'AFP, ribadendo l'informalita' dell'incontro. Weibo, una creatura della Sina, è l'equivalente cinese di Twitter, che in quanto social network straniero è bandito dalla Cina, sebbene molti utenti siano riusciti ad accedere a Twitter e Facebook tramite proxy.


In particolare, uno dei principali strumenti di controllo adottati da Pechino e' costituito da un filtro lanciato nel 1998 che il governo chiama "Scudo Dorato" e che gli internauti hanno ironicamente ribattezzato "Grande Muraglia di Fuoco". Secondo la tv di Stato CCTV, il progetto e' costato - solo all'avvio - 6,4 miliardi di yuan (più di 650 milioni di euro): la Grande Muraglia di Fuoco si avvale sia di sofisticati software che bloccano automaticamente parole chiave, sia di una sezione della polizia che controlla continuamente la rete, composta, si dice, da almeno 40 mila poliziotti. Il controllo e' particolarmente penetrante su tutti i siti che agevolano scambi di opinioni e informazioni: social network come YouTube, Facebook, Flickr, Twitter risultano completamente bloccati dopo i sanguinosi scontri etnici del luglio scorso nello Xinjiang, la provincia dell'estremo ovest della Cina abitata dagli uiguri, una minoranza turcofona e islamica. 

Ma nonostante i paletti della censura sono in molti a scommettere che dagli incontri possa nascere qualcosa. "Zuckerberg è interessato al mercato Internet cinese" ha dichiarato Kaiser Kuo, portavoce della società Baidu, subito dopo il colloquio tra il papà di Facebook e Robin Li. "Come è noto - ha poi aggiunto - la Cina è uno dei grandi punti deboli di Facebook perche' qui il servizio è bloccato". Contestualmente, però, Kuo si è detto speranzoso di una prossima entrata del social network di Zuckerberg nel mercato internautico cinese. "La presenza di Facebook in Cina sarebbe una sfida per Baidu, ma ritengo che averlo nel nostro Paese, seppur con le restrizioni previste dalla legge, sarebbe comunque meglio che non averlo", ha affermato. "Costituirebbe un punto a favore degli utenti internet cinesi, che sono in continua crescita (oltre 400 milioni secondo Chinainternetwatch). Poter accedere alla rete di contatti che Facebook ha creato - seppur in modo parziale - sarebbe comunque meglio che non potervi accedere affatto". Kuo ha paragonato la sua posizione su Facebook a quella che aveva tenuto nei confronti di Google (leggi questo articolo): "Anche se sottomesso alla censura, Google ha comunque fornito agli utenti cinesi uno strumento per allargare i loro orizzonti". Nessuna dichiarazione su una possibile collaborazione e' stata invece rilasciata da Mark Zuckerbeg, il quale si e' detto particolarmente interessato "alla cultura, alla lingua e alla mentalità di questa importante parte del mondo".

 

 

di Sonia Montrella

 

 

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