Roma, 4 mag.- Abbigliamento, accessori, orologi, cosmetici e gioielli: il mercato del lusso torna a splendere e lo fa grazie soprattutto allo shopping del Dragone. Lo assicura uno studio condotto dalla società di consulenza Bain & Co e dalla Fondazione Altagamma che hanno analizzato l'andamento dei consumi mondiali del comparto nel 2010 e nei primi mesi del 2011. Se, infatti, nel 2010 il giro d'affari era di circa 172 miliardi di euro, in salita del +12% rispetto al 2009, le previsioni per il 2011 sono ancora più incoraggianti e mostrano un rialzo dell'8%, a cambi costanti, rispetto allo scorso anno per un valore complessivo di 185 miliardi di euro. Un risultato che sancirebbe il ritorno dei consumi di beni di lusso in linea con i trend storici dopo la crisi finanziaria del 2009 e le 'scosse di assestamento' del 2010. Non solo. La Bain prevede infatti un'ulteriore crescita del 5-6% dei consumi nel 2012 e nel 2013 trainata dalla domanda statunitense, europea e delle economie emergenti. "La vergogna per il lusso è ormai superata" spiega Claudia D'Arpizio, partner di Bain&CO a Milano e autrice dello studio secondo cui i consumatori sono ora meno restii rispetto agli anni scorsi ad acquistare oggetti molto costosi. E a sorprendere gli analisti è soprattutto la ripresa degli Stati Uniti e dell'Europa: sempre secondo Claudia D'Arpizio, i forti flussi turistici in Europa, insieme alla ripresa delle vendite nei grandi magazzini degli Stati Uniti, hanno contribuito al recupero.
Attualmente in testa alla classifica dei consumatori di beni di lusso si piazzano gli Stati Uniti con 48,1 miliardi di euro, seguiti dal Giappone - destinato però ad assistere a un declino del 5% dovuto agli effetti del terremoto che ha colpito il Paese lo scorso 11 marzo - e dalla Cina (Hong Kong, Macao e Taiwan inclusi) che raggiunge quota 17,6 miliardi. In Europa, invece, l'Italia è il primo mercato, con 16,6 miliardi di euro, seguita dalla Francia (12,6). "La Cina è la nuova stella del firmamento del mercato del lusso" continua D'Arpizio. Secondo le proiezioni dello studio, infatti, nel giro di cinque anni la Cina strapperà il primato all'America. Nel 2010 le vendite nell'Impero di Mezzo sono salite del 30%, e per quest'anno si prevede un incremento del 25% a cambi costanti pari a circa l'11,5 miliardi di euro. "E' un grande mercato, ma necessita anche di un approccio sofisticato" ammonisce D'Arpizio che sottolinea come in questo scenario le donne in carriera e teenager ricchi e figli unici abbiano un ruolo da protagonisti e siano sempre più esigenti. Un aspetto, questo, confermato anche da un recente studio di McKinsey che descrive i cinesi come consumatori informati, sofisticati e allergici ai prodotti falsi o contraffatti. E per avere una vaga idea del crescente interesse dei cinesi per il lusso è sufficiente monitorare la presenza in Cina di due dei più importanti marchi internazionali: Louis Vuitton e Gucci. "Nel 2005 il marchio LV era presente in dieci città, oggi ha 36 negozi in 29 città. Per quanto riguarda invece Gucci nel 2006 aveva sei monomarca, oggi siamo a 39" fanno sapere da McKinsey.
Sulla scia della Cina, i Paesi emergenti rappresentano, secondo Bain, la terra promessa del mercato dei beni di lusso. E tra tutti spicca il Brasile che per D'Arpizio da qui a poco scavalcherà il mercato indiano i cui consumatori sono tradizionalmente più attratti dall'abbigliamento e dai gioielli di casa propria che dalle grandi firme internazionali. "In Brasile le vendite dei beni di lusso hanno raggiunto nel 2010 1,8 miliardi di euro nei prossimi 3 anni dovrebbero subire un'impennata del 10-15%". Promettente è anche il mercato russo il cui giro d'affari l'anno scorso ha raggiunto i 4,8 miliardi di euro e destinato a crescere del 5-10% entro il 2013.
di Sonia Montrella
©Riproduzione riservata