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«È un settore – rivela la ricerca – che offre significative opportunità di espansione» in una fascia di consumo che è ovviamente all'opposto di quella del lusso, dove si sono gettati a capofitto da inizio anni Novanta i big brand italiani e francesi. «Al momento – aggiunge la ricerca – il guardaroba dei cinesi è abbastanza modesto e indifferenziato rispetto alle occasioni di acquisto»: il 40% degli intervistati da McKinsey veste abiti simili per andare al lavoro, presenziare a un matrimonio o uscire a cena con la famiglia e con gli amici.
Per l'Italia è difficile competere sia con i colossi della distribuzione sia nella gamma più bassa del prodotto moda, che da tempo l'industria nazionale ha perduto a causa dell'aggressività della concorrenza cinese. Ma, nel giro di pochi anni, è più che probabile che questo target inizi a innalzarsi, entrando nella fascia media nella quale l'Italia può giocare un ruolo importante. Magari tramite una maxi-alleanza tra imprese piccole e medie che vada al di là degli individualismi tipici del capitalismo tessile-moda. Per uno sbarco tricolore in grande stile. Perché non provarci?
http://paolabottelli.blog.
ilsole24ore.com
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01/09/2010
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