Mandarin si rafforza in Dedalus
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Mandarin si rafforza in Dedalus

Mandarin si rafforza in Dedalus

Sviluppo. Il fondo italo-cinese prepara nuove operazioni sui mercati internazionali
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MILANO
Nel 2012 si apre una nuova stagione, con una dote più ricca, si parla di un miliardo di euro. Intanto, però, Mandarin Capital Partners, fondo di private equity leader sull'asse Italia-Cina, ha chiuso il 2011 sottoscrivendo un prestito obbligazionario convertibile da 8 milioni e 750mila euro che porta la partecipazione in Dedalus, azienda-gioiello del software clinico-sanitario, a 25 milioni di euro.
Mandarin è diventata titolare del 26,64% della società e, con questa manovra, si avvia a chiudere anche una prima fase del suo ciclo di vita.
«Ci saranno altre mosse, entro aprile, in base alla dotazione finanziaria iniziale di 327,5 milioni di euro - dice Lorenzo Stanca, partner del Fondo –. Poi, si vedrà. Si aprono nuovi scenari, certamente: Mandarin finora ha lavorato bene, punteremo anche su Paesi europei, in primis la Germania, che un Fondo Mandarin non ce l'ha. Però in Cina i tedeschi sono spesso competitor delle nostre aziende».
Insieme ai principali investitori e sponsor (il gruppo bancario italiano, Intesa Sanpaolo) e due importanti policy banks della Repubblica popolare cinese (China Development Bank e China Exim Bank) e alla rete di professionisti tra Milano e Shanghai. Mandarin Capital Partners ha messo a segno investimenti significativi. Tra i quali ricordiamo Gasket International, Cifa, Euticals, Ima, Polichimica, Italmatch Chemicals, Tianji Bio-Pharmaceuticals, Gruppo Archimica e, appunto, Dedalus.
«Siamo confidenti di poter raccogliere alcuni significativi risultati già nel 2012 – è il commento dell'ad di Dedalus Giorgio Moretti –. Mandarin è entrato nel capitale sociale a ottobre 2010 con un investimento iniziale di 11 milioni di euro diventati poi cinque, fino all'ultimo passo appena compiuto. Si sta rivelando il partner ideale nella nostra strategia di internazionalizzazione, specie in direzione della Cina». Mandarin ha iniziato a muovere i primi passi in una congiuntura difficile, circa tre anni fa, per entrare in un mercato complesso. Il team, sia italiano sia cinese, opera su più fronti. Aggiunge Moretti: «Il valore di un azionista di private equity non sta solo nel denaro che immette in azienda, ma anche nel comportamento proattivo per supportarne lo sviluppo. In questo difficile frangente per il nostro Paese, Mandarin Fund ha investito sulla capacità di Dedalus di esportare prodotti e competenze sui mercati emergenti».
Il 2012 vedrà lo sviluppo di Mandarin Capital Partners II, un fondo destinato a mantenere la stessa strategia di investimento del Mandarin Capital Partners I, ma che – a detta dei suoi ideatori – vuole proporsi obiettivi ancora più ambiziosi per dimensioni complessive, mercati di riferimento e supporto alle aziende partecipate. «Se le condizioni del mercato saranno diverse dal mese di novembre appena archiviato - aggiunge Lorenzo Stanca - non ci sono dubbi sulle prospettive di successo»
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04/01/2012
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