di Eugenio Buzzetti
Pechino, 26 lug. - E' di oltre 800 morti il bilancio dei disastri naturali che negli ultimi due mesi hanno colpito la Cina. Secondo i calcoli del Ministero degli Affari Civili, l'ondata di maltempo che ha colpito vaste aree del gigante asiatico a partire dall'inizio di giugno ha provocato la morte di 833 persone, mentre altre 233 rimangono disperse, ai livelli più alti dal 2011. I danni economici sono stimati in 253 miliardi di yuan, pari a 37,8 miliardi di dollari, a fronte dei quali il governo ha stanziato finora circa 1,7 miliardi di yuan, 254 milioni di dollari, per le emergenze, la ricostruzione delle strutture danneggiate e i soccorsi.
In totale, dall'inizio del 2016, a causa di "tempeste, forti venti, grandine e altri disastri geologici" che hanno colpito varie località della Cina, le morti accertate ammontano a 1074, mentre 270 risultato disperse. I danni economici derivanti dal maltempo si calcolano in centinaia di miliardi di yuan: 298 miliardi, per la precisione, equivalenti a 44 miliardi di dollari. Almeno 400mila abitazioni sono collassate a causa delle estreme condizioni meteorologiche, e 6,24 milioni di persone sono state ricollocate in alloggi temporanei. I dati di quest'anno sono "molto più pesanti di quelli dello stesso periodo registrati negli ultimi anni", ha affermato un funzionario del Ministero degli Affari Civili, Yang Xiaodong, che ha presentato le stime ufficiali.
La maggiore parte dei danni si è verificata a partire dal mese scorso, quando vaste aree della Cina orientale, interna e nord-orientale sono state colpite da tempeste, uragani e forti piogge che hanno provocato grossi danni alle infrastrutture e alle abitazioni. A giugno, il passaggio di un tornado in un'area vicino a Shanghai aveva provocato oltre novanta morti in un pomeriggio, e in poche ore aveva divelto tralicci dell'alta tensione, distrutto abitazioni e bloccato le vie di comunicazione. Le autorità avevano attribuito la potenza del tornado alla presenza di "El Nino", responsabile del caldo anomalo e dell'aumento delle temperature negli oceani, con effetti anche sulla terraferma.
Nelle settimane successive diverse aree, a partire dalle province centro-meridionali di Hubei e Anhui, hanno subito forti danni per le tempeste che si sono scatenate sulla Cina interna. A visitare le aree colpite dalle piogge e coordinare i soccorsi era andato anche il primo ministro, Li Keqiang, mentre il presidente cinese, Xi Jinping, ha chiesto in più occasioni di lavorare per salvare il maggiore numero di vite umane. L'ultima ondata di maltempo ha colpito soprattutto il nord-est, in particolare la provincia dello Hebei e la città di Tianjin e Pechino, aree tradizionalmente note per il clima secco. Settimana scorsa, centinaia di voli erano stati cancellati dai tabelloni dell'aeroporto della capitale cinese, e oltre cento persone risultano morte o disperse nelle aree limitrofe alla capitale cinese per le forti piogge.
26 LUGLIO 2016
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