LOTTA ALL'INFLAZIONE, MASSIMI STORICI YUAN SU DOLLARO
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LOTTA ALL'INFLAZIONE, MASSIMI STORICI YUAN SU DOLLARO

LOTTA ALL'INFLAZIONE, MASSIMI STORICI YUAN SU DOLLARO

YUAN CONTRO INFLAZIONE
LOTTA ALL'INFLAZIONE, MASSIMI STORICI YUAN SU DOLLARO
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Roma, 7 apr.- Quarto giorno consecutivo di record per il punto medio di oscillazione dello yuan sul dollaro fissato ai livelli più alti dalla Banca Centrale. Il cambio della divisa cinese sale ai massimi sul dollaro e appare ormai, sulla scia del rialzo dei tassi effettuato mercoledì dalla People's Bank of China (PBoC), un'ulteriore misura messa in campo dal governo per contrastare l'inflazione. Se mercoledì Pechino aveva fissato il cambio di riferimento col biglietto verde a 6,5496 yuan per dollaro -  il livello più alto da luglio 2005 -, giovedì la valuta cinese ha chiuso a 6.5420, in rialzo del 4,34% rispetto al giugno scorso quando la Banca centrale cinese decise di sganciare lo yuan dal la divisa statunitense e consentire una maggiore flessibilità nel tasso di cambio.

 

Una rivalutazione che viaggia lentamente e che difficilmente placherà le ire di Washington che da mesi accusa la Cina di mantenere artificialmente basso il tasso di cambio della sua moneta per garantirsi un vantaggio sleale negli scambi con l'estero. Ma negli ultimi giorni il processo di apprezzamento sembra avanzare a ritmo più spedito, in quello che appare con sempre maggiore evidenza un nuovo, improcrastinabile, tentativo di fronteggiare l'inflazione galoppante.  "Se fino a ieri regnava ancora l'incertezza sulla possibilità che il governo cinese utilizzasse e o meno l'apprezzamento dello yuan per frenare l'inflazione, oggi i dubbi sulle mosse di Pechino sembrano fugati" ha dichiarato il dealer di una banca europea a Shanghai, che ha però aggiunto: "Non possiamo ancora vedere nell'apprezzamento dello yuan un biglietto di sola andata. La Banca centrale potrebbe in qualsiasi momento deprezzare la divisa cinese per scoraggiare gli speculatori".

 

Nei giorni che seguono l'aumento dei tassi d'interesse deciso martedì dalla Banca centrale di Pechino si valutano le reazioni dei mercati, mentre analisti e commentatori sostengono che la manovra non sarà sufficiente a contenere l'ondata di inflazione che colpisce da mesi la Cina.  PBoC martedì ha annunciato un rialzo di 25 punti base, effettivo dal 6 aprile: i tassi sui depositi vengono così portati a quota 3.25% mentre quelli sui prestiti toccano quota 6.31%. Solo due giorni fa la Banca centrale ha ordinato un nuovo aumento dei tassi d'interesse - il quarto degli ultimi sei mesi - nel tentativo di drenare l'eccesso di liquidità in circolazione nel sistema e ridurre così la corsa dell'inflazione.

 

Secondo il China Securities Journal – i dati ufficiali non sono stati ancora resi noti -  alla fine del mese l'indice dei prezzi al consumo potrebbe aumentare di oltre il 5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, superando tanto la crescita del 4.9% registrata negli ultimi due mesi che la soglia del 4% fissata dal governo come tetto massimo per il 2011. Nel contesto delle pressioni inflazionistiche si inserisce anche l'annuncio del nuovo aumento di prezzi di benzina e gasolio del 5-5,5% impartito da Pechino. L'adeguamento è il secondo del 2011 e il terzo degli ultimi mesi:  il 22 dicembre la Cina aveva optato per un aumento del 4% passato poi al 4,6% a febbraio  (questo articolo).

 

"Nonostante il governo abbia fatto dei progressi nel rallentare la corsa dei prezzi, la combinazione tra l'elevato costo delle commodities a livello globale e i crescenti costi dei servizi nei prossimi mesi spingerà l'inflazione verso i livelli più alti degli ultimi tre anni - si legge sul CSJ -, gli analisti ritengono che ci sia un'elevata probabilità che l'indice dei prezzi al consumo del mese di marzo cresca oltre il 5%". E proprio a questo proposito  il governo, che ha inserito la lotta all'inflazione tra le priorità del 2011, ha ordinato solo due giorni fa un nuovo aumento dei tassi d'interesse nel tentativo di drenare l'eccesso di liquidità in circolazione nel sistema e ridurre così la corsa dell'inflazione. A queste misure vanno aggiunte inoltre  i rialzi dei requisiti di riserva obbligatoria delle banche, che dal 2010 ad oggi sono stati innalzati ben nove volte.

 

A cura della Redazione

 

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