di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 13 mar. - La Gran Bretagna ha presentato proposta formale di entrare a fare parte della Asian Infrastructure Investment Bank (AiiB), la banca di investimenti con un capitale iniziale di cinquanta miliardi di dollari nata a Pechino nel novembre scorso e che, attualmente, conta, 26 Paesi membri situati nel quadrante Asia-Pacifico e nel Medio Oriente. L'annuncio in Cina è stato dato nella tarda serata di ieri, ora locale, dal Ministero delle Finanze, che prevede entro fine marzo l'ingresso a pieno titolo del Regno Unito nella nuova super-banca a forte impronta cinese, destinata a fare concorrenza ad altri grandi soggetti finanziari regionali, come la Asian Development Bank, a forte presenza statunitense, con sede a Manila.
Proprio da Washington sono arrivate immediate le resistenze più forti alla mossa del governo britannico, che diventerà il primo Paese dell'Occidente, e del G7, a fare parte del nuovo organismo bancario. La Casa bianca ha accusato il governo di Cameron, nelle scorse ore, di "incessante conciliazione" con Pechino, da cui è divisa su molte questioni, a cominciare dal ruolo di Hong Kong sotto la gestione cinese. L'amministrazione Obama non ha preso bene la decisione del governo britannico. Secondo quanto confermato al Financial Times da un alto funzionario statunitense, la Gran Bretagna è colpevole agli occhi di Washington di avere agito in solitudine "senza praticamente consultarsi con gli Stati Uniti".
Alle proteste di Washington, però, si contrappone il giudizio positivo della Banca Mondiale, che oggi ha accolto con favore l'istituzione della Asian Infrastructure Investment Bank. "Dalla prospettiva semplicemente del bisogno di più spese per le infrastrutture - ha dichiarato il presidente della World Bank, Jim Yong Kim - non c'è dubbio dal nostro punto di vista che accogliamo con favore l'arrivo della Asian Infrastructure Investment Bank". Il nuovo ente finanziario investirà soprattutto nelle comunicazioni, nei trasporti e nelle infrastrutture per l'energia.
Tra i Paesi dell'Asia-Pacifico che ancora mancano all'appello per prendere parte alla Asian Infrastructure Investment Bank, ci sono il Giappone, la Corea e l'Australia. Proprio da Canberra, nelle ultime ore, è arrivata un'apertura al nuovo soggetto finanziario a guida cinese. Il ministro del Tesoro, Joe Hockey, ha spiegato oggi che l'eventualità " è da prendere in considerazione nelle prossime settimane", prima della scadenza del termine per fare richiesta del 31 marzo. Il 5 marzo scorso, all'apertura dei lavori dell'Assemblea Nazionale del Popolo, il parlamento cinese, il ministro delle Finanze, Lou Jiwei, aveva invitato anche il Giappone a entrare nella AIIB. Più incerta, invece, al momento, l'adesione della Corea del Sud, ancora in fase di discussione con la Cina e altri Paesi riguardo all'ingresso nella nuova banca di investimenti.
13 marzo 2015
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