LIANG WENGEN, UN MILIARDARIO NEL COMITATO CENTRALE DEL PCC

LIANG WENGEN, UN MILIARDARIO NEL COMITATO CENTRALE DEL PCC

 

Pechino, 27 set. - A quanto pare la Cina si sta preparando ad abbattere uno degli ultimi tabù formali sopravvissuti ai cambiamenti intrapresi negli ultimi decenni. Secondo il Time Weekly di Guangzhou il miliardario Liang Wengen, 57 anni, sarebbe ad un passo dalla nomina di membro del Comitato centrale del Partito comunista cinese, diventando potenzialmente il primo industriale "puro" - ovvero alla guida di un'impresa non statale – a ricoprire questa carica.

 

Al Comitato centrale (CC) siedono intorno ai 300 delegati provenienti dalla Cina che conta – industria, politica, esercito – e sono loro a votare nominalmente i componenti della cabina di regia della Repubblica popolare, il Politburo.

 

Insomma, far parte del CC significa far pesare la propria volontà sulla classe dirigente del paese e Liang è un signore che vanta un discreto peso specifico.

 

La Sanyi Heavy Machinary Ltd., da lui fondata e diretta dal 1989, è l'emblema del boom del mercato delle costruzioni cinese: fabbricando macchinari edili la società con sede a Changsha (provincia dello Hunan) ha saputo sfruttare l'era delle infrastrutture cinesi aggiudicandosi vari appalti prestigiosi, tra cui spicca il rapporto serrato col Ministero delle Ferrovie per la realizzazione di linee ad alta velocità e del passaggio ferroviario Tibet-Qinghai.

 

Piccola curiosità: nel 2006, quando la frenesia di ferro e cemento cinese era ancora allo stato embrionale, il Carlyle Group – colosso statunitense dei macchinari pesanti - tentò di entrare al gran banchetto delle costruzioni cinesi ma si vide chiudere la porta in faccia dal governo cinese, che aveva preferito proprio la Sanyi come partner d'affari indicandola come "industria strategica per il paese".

 

Dal 2006 la Sanyi non si è più fermata, come indicano molto chiaramente i dati del Wall Street Journal e Liang Wengen ha fatto incetta di premi nazionali: giovane industriale dell'anno, personalità economica dell'anno, imprenditore privato dell'anno. Forbes ed Hurun lo hanno indicato quest'anno come il cinese più ricco del 2010, con un patrimonio stimato intorno ai 10 miliardi di dollari, mentre ormai la Sanyi ha aperto i suoi uffici in mezzo mondo e partecipa alla realizzazione di infrastrutture dagli Stati Uniti alla Turchia, dagli Emirati Arabi all'Europa orientale passando per Russia, Africa e Sud-est asiatico.

 

L'eventuale nomina a membro del CC avverrà nell'autunno del 2012, stagione di ricambio storico della classe dirigente cinese, ma il nome di Liang Wengen sta già facendo discutere.

 

C'è chi accoglie positivamente la prospettiva di un ingresso nei piani alti della dirigenza comunista da parte di un industriale apparentemente non legato a doppio filo con l'establishment politico cinese – anche se il signor Liang è iscritto al Partito dal 2004 ed ha partecipato all'Assemblea del popolo all'ottavo, nono e decimo congresso – esaltando l'avverarsi della teoria delle "Tre rappresentanze" di Jiang Zemin, che sostanzialmente dava il via libera all'entrata di capitalisti puri nel processo decisionale della politica cinese; ma c'è anche chi, con uno spirito forse un po' fuori dal tempo, storce il naso di fronte ad una commistione così netta tra potere politico e potere economico.

 

Sono gli esponenti della nuova sinistra, i nostalgici che auspicano un ritorno alla tradizione del Partito forte piuttosto che a una lenta devolution delle corresponsabilità nazionali. Come riportato dal Global Times, Fan Jinggang – fondatore del gruppo "Utopia" - ha criticato la possibile entrata di Liang Wengen nel CC con un ammonimento vagamente vintage: "Il capitalismo sta penetrando nelle fondamenta del nostro stato socialista."

 

Aspettando – e non poco – l'autunno 2012, rimane la curiosità della querelle nata dalla possibilità del dogma infranto: il capitalista nel consesso dei comunisti, un'eventualità che se a parole può scuotere lo stereotipo formale della dirigenza comunista in Cina, tradotto in termini concreti appare banalmente un'attualizzazione del Pcc rispetto al tanto decantato "paese reale", che a integrazione del capitalismo nel socialismo con caratteristiche cinesi sta decisamente ad un livello superiore.

 

di Matteo Miavaldi

 

 

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