di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 5 mar. - Tolleranza zero su inquinamento e corruzione per la Cina nel 2015. Lo ha dichiarato il primo ministro cinese Li Keqiang, oggi, all'apertura della sessione annuale di lavoro dell'Assemblea Nazionale del Popolo, il parlamento cinese. Lo smog, che copre molte delle grandi città cinesi - il 90% delle quali non raggiunge gli standard ambientali del governo centrale, secondo un recente sondaggio - rappresenta "un degrado nella qualità della vita della gente e un problema che pesa sui loro cuori" ed è un fenomeno, ha aggiunto il premier, "da combattere con tutte le nostre forze" e attraverso il rafforzamento delle normative esistenti. La "guerra all'inquinamento" che prende di mira la cappa di smog presente sul cielo delle grandi città cinesi, era stata lanciata dallo stesso primo ministro un anno fa, durante i lavori dell'Assemblea Nazionale del Popolo.
Oggi è stato presentato anche il piano di lavoro della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme, in cui l'agenzia di pianificazione economica del governo cinese si impegna a mettere in pratica linee per la riduzione della dipendenza dal carbone e per controllare i progetti a maggiore consumo energetico nelle regioni inquinate. La commissione si impegna, poi, a promuovere la sostituzione delle fonti energetiche più inquinanti con l'energia proveniente dalle rinnovabili, e con lo sviluppo del gas naturale. Lo scorso anno è stato il primo dal 2000, in cui la produzione di carbone è diminuita su base annua - del 2,9%, secondo gli ultimi dati - provocando anche problemi di budget per le imprese del settore, come ravvisato dall'associazione di categoria, la China Coal Industry Association, a inizio 2015. Ieri, poi, il governo ha annunciato la chiusura di altre cinquemila miniere di piccole dimensioni per ridurre il numero degli incidenti, che ogni anno provocano decine di migliaia di morti (57mila lo scorso anno, in calo del 6% rispetto al 2013).
Tolleranza zero anche nella campagna contro la corruzione, oggi al terzo anno di attività, che non si fermerà, ha spiegato il premier. "La nostra presa di posizione forte sulla corruzione rimarrà - ha spiegato Li - La nostra tolleranza è zero, e chiunque sia colpevole di corruzione dovrà risponderne seriamente". In chiave anti-corruzione il primo ministro ha elencato alcuni obiettivi per il prossimo futuro, come l'aumento della supervisione da parte del governo, l'utilizzo della revisione contabile e il controllo severo dei fondi pubblici stanziati e della gestione degli asset statali.
Li Keqiang ha poi parlato anche di quella regione, la Greater China, che lo scorso anno è stata al centro di forti contestazioni anti-cinesi, con le proteste dei Girasoli a Taiwan e le manifestazioni di Occupy Central che hanno paralizzato per 75 giorni il centro di Hong Kong. Su Taiwaa il premier si è detto fiducioso riguardo allo sviluppo delle relazioni bilaterali, con la promessa di "fare progressi nella discussione e nel dialogo tra i due lati dello Stretto" e di "avanzare la cooperazione economica tra i due lati a beneficio reciproco". Su Hong Kong, invece, Il primo ministro cinese ha dichiarato che Pechino continuerà ad attuare il principio "un Paese, due sistemi" alla base del ricongiungimento tra l'ex colonia britannica e la Cina Popolare avvenuto nel 1997, che permette, ha dichiarato il premier, "un alto grado di autonomia" sia a Hong Kong che a Macao, ex colonia portoghese tornata alla Cina nel 1999. Li Keqiang ha poi ribadito il sostegno alla classe dirigente di entrambe le regioni amministrative speciali.
05 marzo 2015
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