Lettere
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Gentile direttore, la rivolta dal Nord Africa arriverà in Turchia? E in Arabia Saudita? E devo cancellare i miei viaggi di lavoro in quell'area? E come mai nessuno aveva previsto questa caduta? E ci saranno flussi migratori? Insomma dove andremo a finire?
Luigi Spinola
Chioggia

Caro Spinola, domande e risposte? No, non arriverà in Turchia, dove i partiti e il governo islamico non sembrano voler ribaltare la democrazia: ma quanto bene avremmo fatto noi europei ad aprire le porte ai turchi, almeno in un percorso che desse a quel popolo una chance di dialogare con noi, anziché ancorarsi ad Oriente. I sauditi sono il motore immobile, fondi compresi, di tanti guai arabi, ma per ora non c'è segnale di movimento, la celebre, e tanto mal compresa dagli occidentali "piazza araba" è elusiva in quel regno. Non è ora di cancellare il business, anzi, se gli europei si mettono un po' in movimento, varie opportunità potrebbero crearsi. Sulle ondate di emigrazione può star certo, solo i nostri politici pensano di fermarle "dialogando" con Gheddafi, un dittatore che ha avuto perfino cattedre di diritti umani all'Onu (che pena...). Solo una scelta fermerà l'ondata migratoria: lo sviluppo dell'Africa, ditelo a chi dovrebbe saperlo e non lo sa. Andremo dove si sapeva che saremmo andati da almeno una decina di anni, crocevia sono la democrazia araba e il fiorire di una società civile nell'Islam del Medio Oriente. Anche qui tantissimi non ascoltavano: ora son costretti. Perché, caro Spinola, i fatti sono pazienti e alla fine si fanno ascoltare anche da chi non ha testa, o cuore. Serve solo tempo, il tempo è finito.

Cina senza regole
Gentile direttore, mi trovo attualmente in Cina dove (mio malgrado) trascorro frequenti e lunghi periodi di trasferta lavorativa. Vista da vicino, la Cina dimostra a mio parere quello che è in realtà: un paese che fonda la propria potenza economica sullo sfruttamento indiscriminato delle persone e dell'ambiente. Ne sono prova le gigantesche aree industriali in cui, per decine di chilometri, l'aria è ammorbata dall'odore di gomma bruciata e l'acqua è inquinata dagli scarichi che le industrie chimiche ed elettroniche versano direttamente nei fiumi senza nessun tipo di depurazione. Con la stessa indifferenza si considerano gli esseri umani. Il tutto affinché sia possibile comprare un cellulare a 29,99 euro. La mia domanda è: gli amministratori di aziende occidentali che importano prodotti cinesi o delocalizzano la produzione in Cina non dovrebbero andare incontro allo stesso tipo di sanzioni a cui andrebbe incontro un inquinatore "diretto"? Permettendo l'importazione e la delocalizzazione selvaggia, oltre ad impoverire il nostro tessuto sociale ed economico, stiamo di fatto finanziando una dittatura che, al di là della patina di finta rispettabilità di cui si veste, è basata sullo sfruttamento della schiavitù. Perché nessuno ci parla mai del costo umano e ambientale che sta dietro ogni prodotto "Made in China"?
Guido Piasenza
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Un debito da abolire?
Gentile direttore, sono uno studente di Relazioni internazionali. Vorrei provare a fare una domanda a tutti gli esperti che quotidianamente, come me, leggono il Sole, e un po' più maliziosamente lanciare ad essi una sfida democratica: cosa succederebbe se, in uno dei tanti forum economici internazionali e informali, possibilmente un G-7 o meglio un G-20, le autorità politico-economiche decidessero di "abolire il debito pubblico" con il placet dei paesi creditori, così, d'un tratto, senza passare – nei limiti del possibile ovviamente - per decennali trafile burocratiche? Ho provato a darmi delle risposte su quello che potrebbe essere uno dei possibili scenari economici del futuro: sinceramente ne ho trovati solo di positivi, da una seria riforma della politica fiscale, un drastico aumento della spesa pubblica come una sensibile riduzione delle imposte, al divincolamento dei governi da guerre finanziarie di sorta senza dover essere obbligati a dichiarare gruppi privati "asset fondamentali dello stato" o "too big to fail" in ottica decisamente illiberale. Non vado oltre, benché conscio che molto altro si potrebbe dire. Qualcuno ha validi motivi dunque, ragionando in tema di political economy, per cui quella dell'abolizione del debito pubblico dei paesi occidentali viene indicata come una sciocchezza?
Federico Sergiani
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Domande e risposte sulla rivolta araba, enigma in Europa

22/02/2011
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