La norma, che ufficialmente si chiama "Currency Exchange RateOversight Reform Act", è stata approvata nella sera di martedì con 63voti favorevoli e 35 contrari. Adesso, dovrà passare lo scrutinio dellaCamera dei Rappresentanti e ottenere la firma di Barack Obama, che hafinora mantenuto un atteggiamento cauto e - pur avendo sostenuto dicondividerne gli obiettivi - non l'ha appoggiata ufficialmente.
La bozza di legge gode di un sostegno bipartisan, ha come bersaglio tutte le "valute straniereche vengono scambiate a un valore inferiore a quello reale", ma inrealtà è un siluro puntato direttamente contro Pechino: se approvata,consentirebbe alle aziende Usa di chiedere al governo di adottareimposte per bloccare l'import di beni cinesi. Anche sel'applicazione delle nuove tasse contro la concorrenza sleale andrebbeadottata caso per caso, ci sono i presupposti per una dura battaglia commerciale contro Pechino: da anni Washington accusa la Cina di mantenere lo yuan troppo debole rispetto al suo valore effettivo, dato che la moneta cinese è solo parzialmente convertibile e il suo tasso di cambioveine deciso di volta in volta dalla Banca centrale. Una forma di"dumping monetario", secondo i senatori statunitensi, che consente alDragone di avvantaggiarsi slealmente a scapito dei prodotti di altrenazioni.
Il governo cinese aveva già fatto sentire tutta la suadisapprovazione nelle ultime settimane, man mano che la leggeproseguiva il suo iter al Senato Usa, e anche lunedì, alla vigiliadella votazione, il viceministro degli Esteri Cui Tiankai avevadichiarato che una norma del genere potrebbe "innescare una guerracommerciale tra Stati Uniti e Cina e bloccare la ripresa dell'economiamondiale".
di Antonio Talia
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