Le vie della Toscana per frenare la Cina
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Le vie della Toscana per frenare la Cina

Le vie della Toscana per frenare la Cina

I DISTRETTI TRA DILEMMI E STRATEGIE
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La creatività come ultima difesa della forza competitiva italiana, da custodire gelosamente e da non condividere con nessuno, men che meno con i produttori cinesi nel settore del tessile-abbigliamento. Per gli industriali di Prato è questa la linea del Piave. Il braccio di ferro tra gli imprenditori del distretto toscano, affiancati dall'amministrazione comunale di centrodestra, e il presidente democratico della Regione, Enrico Rossi, sull'apertura del primo centro di ricerca e innovazione italo-cinese nel nostro Paese, con sede appunto a Prato e focus sul tessile, si gioca su alcuni interrogativi. Fino a che punto, nell'era della globalizzazione, è giusto e saggio collaborare con concorrenti che non rispondono alle stesse regole? È meglio chiudersi o trovare comunque un terreno di confronto? Sempre in terra di Toscana, gli industriali del distretto conciario pisano hanno risolto il dilemma da tempo, prima fornendo tecnologia ai colleghi cinesi, poi diventando partner di Pechino nei sistemi ambientali di depurazione. Anche Prato apre a un centro italo-cinese d'innovazione tecnologica che operi a tutto campo. A condizione, però, che non si occupi di creatività. Un paletto molto rigido. Che infatti fa discutere.

02/08/2011
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