di Eugenio Buzzetti
Pechino, 15 ott.- Forte sul piano internazionale, più esitante nelle riforme interne. La Cina si avvia verso il diciannovesimo Congresso del Partito Comunista tra grandi iniziative e lente riforme, che hanno alimentato i dubbi degli osservatori negli ultimi anni. Se la proiezione all'estero di Pechino è aumentata soprattutto con l'iniziativa Belt and Road di sviluppo infrastrutturale tra Asia, Africa ed Europa, sul piano interno rimangono ancora diverse domande in attesa di risposta, in particolare i temi delle riforme economiche e delle aperture del sistema.
La figura del presidente cinese, Xi Jinping, ricorda oggi The Economist, che mette Xi in copertina, è emersa sullo scenario globale mentre quella di Trump e degli Stati Uniti appaiono in ritirata. Già pochi giorni prima dell'insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, Xi aveva parlato davanti alla platea del World Economic Forum di Davos a difesa della globalizzazione. La Cina ha mandato messaggi chiari anche a favore del libero scambio e del rispetto degli accordi di Parigi, nei mesi successivi, in contrasto con i venti protezionistici provenienti da Washington e con il ritiro dagli accordi sul Clima annunciato da Trump a giugno scorso. Sul piano interno le cose, però, sembrano andare diversamente, almeno secondo il giudizio di alcuni tra gli osservatori più attenti della scena cinese. CONTINUA A LEGGERE SU AGI
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