La Sanlu, prima azienda lattiera cinese coinvolta nello scandalo del latte in polvere contaminato, ha dichiarato bancarotta. Durante il primo incontro con i creditori, di cui il più importante è la Sanlu Business and Trade Company, consociata completamente controllata dal gruppo Sanlu, la Corte Popolare Intermedia di Shijiazhuang, capitale della provincia dello Hebei, ha accettato la domanda di fallimento presentata dall'azienda cinese il 23 dicembre scorso. Per procedere al pagamento delle spese mediche dei bambini ricoverati a seguito dell'ingerimento di prodotti contaminati da melamina e per risarcire i familiari delle vittime, il 19 dicembre l'azienda cinese aveva chiesto in prestito circa 103 milioni di euro, indebitandosi per una cifra pari a 124 milioni di euro. Il gruppo Sanlu, responsabile della morte di sei bambini e del ricovero per calcoli renali di migliaia di altri piccoli, il 12 settembre aveva già bloccato la produzione e nel mese di dicembre, a seguito dell'approvazione della domanda di fallimento da parte del tribunale della città di Shijiazhuang, aveva affittato il suo stabilimento a una filiale della Beijing Sanyuan Foods Co. Ltd. L'azienda, potenziale acquirente della Sanlu, che fino a pochi giorni fa era all'oscuro della sua situazione finanziaria, ha ora cominciato a seguire da molto vicino gli sviluppi della vicenda. Wang Qian, segretario del consiglio di amministrazione della Sanyuan, ha affermato che la compagnia avanzerà offerte e discuterà dei dettagli solo dopo che l'avviso d'asta sarà reso pubblico.