"La Nuova Via della Seta", di Claudio Landi, ObarraO Edizioni, euro 12,50
Roma, 27 ott. - "La Nuova Via della Seta" è il titolo dell'ultimo libro del giornalista Claudio Landi, presentato martedì 24 ottobre presso la libreria Orientalia di Roma, nel cuore del quartiere Esquilino. Oltre all'autore sono intervenuti Lucia Pozzi, capo redattore del Messaggero, Umberto Groppi, ex assessore alla Cultura del comune di Roma, e l'editore Maurizio Gatti, ObarraO.
"Un libro moderno", lo ha definito in apertura Lucia Pozzi; un libro che ridisegna il nuovo network internazionale, che rintraccia tragitti non teorici ma reali: quelli delle risorse energetiche. È il percorso del futuro che ricalca in parte le tracce dell'antica Via della Seta, attraverso la quale per secoli è stato trasportato da Oriente ad Occidente qualsiasi tipo di ricchezza. Gli schemi attuali sono molto simili: la nuova Seta, l'energia, viaggia attraverso analoghi percorsi dall'Asia al Vecchio Continente in dei "tubi", nelle pipeline, le nuove Vie di trasmissione.
"È giusto parlare di Vie piuttosto che di una sola Via della Seta" - ha sottolineato Umberto Groppi durante il suo intervento – perché sono molti i canali attuali che uniscono la Cina e l'Europa e, nello specifico, la Cina e l'Italia. "Sono vie ramificate, antiche e naturali, spiega Groppi, che hanno sin da sempre definito l'assetto geo-politico mondiale, determinando gli eventi storici che, nel passato e nel presente, hanno avuto come obiettivo la ricerca delle risorse".
Sono vie che dovremmo sfruttare meglio abbandonando gli atteggiamenti di protezionismo che spesso assumiamo verso la Cina e il made in China; l'Italia deve prendere atto del ruolo strategico che riveste, sfruttando l'opportunità che il Dragone le sta offrendo. Perché "la Cina ci sta dando una grossa opportunità", ha precisato lo stesso Landi portando avanti uno degli argomenti fondamentali del suo libro; sta dando all'Italia la chance di diventare uno dei poli nella nuova divisione internazionale del lavoro. "L'Italia tende a tergiversare, a prendere e a perdere tempo dietro a cavilli burocratici e logistici, mentre i cinesi mirano al risultano nel minor tempo possibile. Il nostro atteggiamento li stancherà molto presto - ha commentato Landi - e rischiamo che l'opportunità che ci è stata offerta venga colta da altri Paesi". La Cina sta investendo molto nella Penisola, prosegue Landi, e molti dei suoi snodi navali in Europa stanno proprio nel nostro Paese; Un esempio lampante di opportunità che l'Italia potrebbe perdere è la questione del porto di Taranto, spiega nel suo libro: è un porto storicamente importante per la Penisola ed è attualmente punto di approdo di alcune compagnie navali cinesi. Necessita però di lavori di bonifica che implicano spese non indifferenti, ma su cui i cinesi sono pronti ad investire; è molto più veloce e pratico per le loro merci approdare in Italia e, senza dover passare ulteriori dogane, arrivare via terra nel cuore dell'Europa risalendo la penisola, piuttosto che navigare fino ai mari del nord. Nonostante ciò, i progetti approvati tardano ad essere attuati e molti ancora sono lontani dall'essere pensati. Gli investitori cinesi perderanno presto la pazienza.
"Siamo però ancora il secondo paese manifatturiero d'Europa e abbiamo un sistema bancario con un buon potenziale, soggiunge con ottimismo Landi, per cui possiamo ancora ambire al ruolo internazionale di rilievo che abbiamo perso durante il '900 e che la Cina ci sta offrendo".
Ma le Vie della Seta che traccia Landi nel suo libro, non sono solo quelle che dall'Asia portano in Italia o in Europa. Si stanno diramando innumerevoli tracciati che hanno in comune il punto di origine, la Cina. Non sono solo oleodotti e rotte commerciali, ma anche linee ferroviarie come quella che presto collegherà direttamente la Cina a Berlino nel cuore dell'Europa, intese militari come quella poco nota che il Dragone ha sancito con la Turchia, o, ancora, tutte le vie che dalla Cina portano in Africa.
Sono soprattutto queste che determineranno grossi cambiamenti nell'asseto geo-politico ed economico mondiale ed è su queste e su molte altre, come quelle che dalla Cina passano per tutti i paesi arabi o per le nuove repubbliche indipendenti nate dallo sgretolamento dell'URSS, che il libro di Claudio Landi spinge a riflettere alla luce di fatti "reali" e non "teorici", come ha precisato Lucia Pozzi.
di Bianca Lazzaro
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