La tavola italiana fa tendenza
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La tavola italiana fa tendenza

La tavola italiana fa tendenza

Cibo e business. L'anno scorso la domanda estera è aumentata di circa l'11% grazie soprattutto a ortofrutta e formaggi
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I mercati esteri sono sempre più ghiotti di specialità alimentari italiane. E infatti l'anno scorso l'export è decollato dell'11%, a fronte però di un mercato italiano stagnante dove i consumatori hanno chiesto meno pane e pasta, meno frutta, agrumi e vino: i prodotti simbolo della dieta mediterranea. Complessivamente i consumi di alimentari nel Belpaese sono calati dello 0,3%.
La domanda dei consumatori stranieri invece si concentra sempre di più su prodotti tipici del made in Italy: grana e parmigiano, prosciutto, ortofrutta fresca, dolciari, vino, caffè espresso e mille altre prelibatezze della nostra tavola. È impossibile stilare una classifica delle eccellenze italiane, sicuramente più numerose dei 221 prodotti con marchi comunitari d'origine (Dop, Igp e Stg).
A fronte di un mercato nazionale in lieve arretramento, secondo i dati di Federalimentare il 2010 si è chiuso con una crescita della produzione del 3% a 124 miliardi, con 21 miliardi di export e 16,7 di import. «Il saldo commerciale dell'alimentare – osserva Daniele Rossi, direttore di Federalimentare – è stato attivo per 4,2 miliardi. Pochi settori possono vantare un dato di queste dimensioni. E crediamo che anche nel 2011 l'italian food possa guadagnare ancora il 10-15%».
Nel mix dell'export, il 20% è costituito da vino, spumanti e aceti, il 12,7% da ortofrutta, il 12,5% da dolciari, il 9% da lattiero-caseari, l'8% da pasta, il 7,4% da oli e grassi e il 4,5% da birra. Sorprendente il ritmo di crescita dell'export di birra, prodotto tipicamente nord europeo. Flessioni marginali si registrano per riso e pasta «ma questo – precisa Rossi – è dovuto alla tendenza dei grandi produttori italiani che inseguono i mercati con l'apertura di impianti locali».
L'export nel settore alimentare in dieci anni è raddoppiato balzando dai 12 miliardi del 2000 ai 21 miliardi del 2010. Le principali destinazioni dell'industria agroalimentare sono verso Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera e Paesi Bassi. Ma crescono a ritmi accelerati in Cina (+62,7%), India (+57,1%), Turchia (+54,1%), Brasile (+38,5%) e Russia (+36,8%).
Forti progressi sui mercati esteri nel lattiero-caseario, nel dolciario e nell'enologico ottenuti, in particolare, su mercati consolidati come Germania e Francia ma anche in quelli nuovi come Cina e Russia che però, almeno per oggi, hanno un peso limitato.
Grana e parmigiano piacciono sempre di più all'estero: l'anno scorso sulle tavole dei mercati internazionali sono finite 1,3 milioni di forme, per un valore di 717 milioni, circa un terzo della produzione nazionale. Con tassi di crescita impressionanti per l'Asia, +27%, l'America, +14,8%, e l'Europa +7,1%. Nei mercati emergenti, il Grana padano piace in Cina, +321%, e in Russia, +27%.
«Nonostante i progressi – precisa Nicola Baldrighi, presidente del Consorzio Grana padano – l'estero è ancora un mercato immenso, tutto da scoprire».
Il Parmigiano-Reggiano, a fronte di una contrazione del mercato interno dell'1%, ha incremento l'export del 12% a 900mila forme, il 30% della produzione. Con incrementi record per Usa (secondo mercato dopo la Germania), +30%, e Giappone, +20%, e crescita più moderata Nella Ue, +8,9%.
Un anno d'oro anche per l'export del prosciutto di Parma, +9,5%. Con un balzo negli Stati Uniti che ha realizzato una crescita del 17% a 40 milioni di euro, pari a 450mila prosciutti. Il peso del Nord America è già arrivato al 5% della produzione del Dop di Parma. Meno bene il mercato domestico, dove, la contrazione della domanda, ha rallentato la produzione del Parma del 3,3%.
Anche per l'ortofrutta, dove l'Italia è leader europeo con un quarto dell'offerta complessiva, le maggiori soddisfazioni arrivano dai mercati esteri: dopo il tonfo del 2009, l'anno scorso la crescita dell'export è stimato nel 20%. Il segmento della frutta fresca, in particolare, rappresenta circa il 40% dell'export, è stimato in crescita a due cifre, come anche legumi, ortaggi e agrumi.
Nel complesso il mercato ortofrutticolo italiano vale circa 11,5 miliardi di euro, di cui un terzo all'estero.
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28/03/2011
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