LA MAPPA DEL POTERE IN CINA

LA MAPPA DEL POTERE IN CINA

 

Un partito, due schieramenti?

 

Secondo molti analisti all'interno del Partito Comunista cinese si contrappongono due fazioni.Tuttavia sono in molti a rigettare questa tesi e a sottolineare che piùche di spaccatura all'interno della leadership, bisognerebbe parlare diun magma in cui albergano più anime o, più semplicemente, gruppi dipotere.

 

I teorici della divisione individuano una prima corrente chepunta ad accorciare le distanze tra ricchi e poveri accentuate dallacorsa allo sviluppo degli anni '90, e nello stesso tempo a manteneresalda la stabilità ad ogni costo: sono i "tuanpai",uomini che si sonoformati nella Lega Giovanile Comunista, i cui massimi esponenti – ilpresidente Hu Jintao e il premier Wen Jiabao - siedono adesso aivertici del potere. Per conquistare Zhongnanhai, il "Cremlino cinese",questa fazione ha soppiantato "La Cricca di Shanghai" di cui il vecchiopresidente Jiang Zemin era il leader indiscusso. Più liberisti ineconomia dei "tuanpai", gli uomini di Shanghai sarebbero caduti inminoranza sotto il duo Hu-Wen, ma eserciterebbero ancora un certopotere.

 

Ago della bilancia sono i "taizi", i "principi rossi",vecchie famiglie dell'aristocrazia comunista legati da vincoli diparentela e da esperienze e interessi –anche economici- comuni. Questedivisioni, tuttavia, sono tagliate con l'accetta, e non definisconoappieno un vero e proprio mondo di affiliazioni e cordate di potere.

 

Ad esempio Bo Xilai, il leader di Chongqing caduto in rovina,è un "principe rosso" per diritto di nascita, ma ha lanciato un revivalmaoista difficilmente apprezzato dagli altri "taizi" , tra le primevittime della Rivoluzione Culturale scatenata da Mao. E ancora, unleader locale sempre più importante come Wang Yang fa parte dei"tuanpai", ma lascia spazio all'economia di mercato come la vecchia"Cricca di Shanghai".

 

I futuri leader al potere


In autunno l'amministrazione Hu Jintao-Wen Jiabao terminerà il suomandato per lasciare il posto a una nuova generazione di leader delPartito Comunista Cinese. La quinta generazione di leader andrà aoccupare i nove seggi dellaCommissione Centrale del Politburo, il vero gotha del potere diPechino. Tra silenzi e voci, ecco altri dei nomi più papabili deiprossimi potenti della Cina.

 

Xi Jinping, 54 anni, attuale vice-presidente della RPC evice-presidente della Commissione Militare, è destinato, secondo gliesperti, a diventare il prossimo presidente della Cina. Già a capo delPartito a Shanghai e della scuola di partito, dovrebbe assumerel'incarico di Segretario del Pcc nel 2012 e di Presidente della RPC nel2013. Xi è un "principe rosso", figlio di quel Xi Zhongxun a capo dellapropaganda che venne imprigionato durante la Rivoluzione Culturale. XiJinping è emerso più verosimilmente come potenziale successore di Hu invirtu di un nuovo ordine gerarchico: l'essere indicato come sesto uomo,dopo Hu Jintao, Wen Jiabao e altri tre fedelissimi, ha lanciato XiJinping verso la presidenza, lasciando a Li Keqiang il ruolo di premier.

 

Li Keqiang, è vice premier della Repubblica Popolare, vicesegretario del Partito, e dal 2007 settimo funzionario nella gerarchiadel Comitato permanente dell'Ufficio politico del Pcc. Dal 2010 è anchedirettore della Commissione di Stato per la sicurezza alimentare. Vieneaccreditato come il più probabile successore di Wen alla carica dipremier della Repubblica Popolare. La sua candidatura è fortementesostenuta dalla fazione "tuanpai" ed è soprattutto un uomo cresciutonella Lega Giovanile Comunista, vicinissimo all'attuale presidente HuJintao.

 

Wang Qishan, 64 anni, è attualmente il vice-premier cinese,incaricato degli affari economici, energetici e finanziari. Si èguadagnato la fama di "Financial guy" del PCC gettando le basi delsistema finanziario cinese alla fine degli anni '90. Già membro dal2008 del Comitato centrale del Politburo, aspira a una promozione apremier, caldeggiata dai populisti.

 

Tra  gli aspiranti leader che concorrono per il posto al Comitato Permanente figura Wang Yang:leader del PCC del Guangdong e protagonista delle negoziazioni con ilpopolo ribelle di Wukan. Wang, dato in ascesa e prossimo a fare partedel Comitato Centrale del Politburo del Partito, è considerato unliberista, che punta a privilegiare l'iniziativa privata alle grandiimprese di Stato.
Secondo un superesperto come il professor Cheng Li della Brooking Institution, ci sono quattro leader con un posto più o meno assicurato al Comitato Permanente: Liu Yuanshan, l'uomo della Propaganda, il vicepremier Wang Qishan, il capo del dipartimento dell'Organizzazione Li Yuanchao, e infine Zhang Dejiang, il funzionario che ha preso il posto di Bo Xilai a Chongqing. 

 

Fatto fuori Bo Xilai, rimangono tre poltrone e almeno settepersone in corsa. Oltre a Wang Yang, gli altri possibili candidati sonoil segretario del partito di Shanghai Yu Zhengsheng ("principerosso", ma in economia a cavallo tra "liberisti" e "tuanpai" attenti aipiù poveri); il segretario del partito di Tianjin Zhang Gaoli (professore di economia, probabilmente vicino ai "liberisti"); e il segretario della Mongolia Interna Hu Chunhua:uno degli uomini di Hu Jintao con una carriera dentro la Lega GiovanileComunista e una posizione di mediazione tra "liberisti" e"ultrasinistra".

 

Attualmente le posizioni al Comitato Permanente sono nove, etali dovrebbero rimanere anche quando il comitato verrà rinnovato. Ma imembri del comitato possono essere tra i cinque e i nove: se lepoltrone verranno ridotte, significherà che gli equilibri sono cambiati.

 

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