La « lunga marcia» della classe media

MILANO
Il più grande mercato al mondo per veicoli, cellulari e utenti internet. E turisti più amanti degli outlet che dell'architettura. Una "ricchezza" in crescita costante tra l'8 e il 9% annuo non solo più grazie all'export – frenato dal contraccolpo della crisi economica mondiale – ma grazie soprattutto alla lunga marcia della classe media cinese. Circa 100 milioni di persone nel 2006, che nel 2020 raggiungeranno i 600 milioni. Guadagnano sempre di più, spendono (+15% di vendite al dettaglio nel 2011) e viaggiano. Quasi 70 milioni i turisti cinesi nel mondo solo l'anno scorso. Oltre 1 milione in Italia.
L'esplosione della domanda interna è la fotografia più significativa messa a fuoco da "La Cina nel 2012. Scenari e prospettive per le imprese", il rapporto previsionale per il 2012 che raccoglie ricerche, analisi di rischio e previsioni nel breve-medio periodo sulla Cina, e che è stato presentato ieri a Milano dalla Fondazione Italia-Cina, in collaborazione con Assolombarda. Una bussola politica e macroeconomica sul rischio Paese, le opportunità di business per le imprese estere e un'appendice sul nascente turismo internazionale cinese. Cui si accompagna la traduzione italiana,a cura dello studio legale associato Nctm, del catalogo degli investimenti stranieri in Cina, una sorta di decalogo, rivisto ogni 5 anni dal Governo cinese, in cui si elencano dettagliatamente i settori di business in cui gli investimenti esteri sono incoraggiati, ristretti o addirittura proibiti.
Nel 2011 le esportazioni sono cresciute del 20,3%, ma le importazioni hanno sfiorato il 25 per cento. Il reddito minimo personale soggetto a tassazione è cresciuto da 2mila a 3.500 renmimbi, il consumo urbano pro capite è aumentato del 13% e le vendite al dettaglio si sono impennate del 15, mantenendo un tasso di crescita a doppia cifra anche nel 2012. Del resto, a inizio 2012 il numero di cittadini nelle aree urbane ha superato quello dei residenti nelle aree rurali. Gli investimenti diretti esteri (Ide) hanno mantenuto un tasso di crescita annuo del 13,15%, raggiungendo i 116 miliardi di dollari a fine 2011. Il presidente di Assolombarda, Alberto Meomartini, ricorda che «fino a 4 anni fa il 60% dell'export italiano era rivolto ai mercati europei e il 40% a quelli extraeuropei, oggi la situazione è inversa».
«Ma anche i costi aumentano – ha avvertito, in collegamento da Shanghai, Lisa Wang, Senior Manager di InterChina Consulting –. Tra quelli industriali, tasse e apprezzamento della valuta, ne prevediamo un aumento tra il 70 e il 110% tra il 2010 e il 2015. I salari minimi sono stati corretti verso l'alto in 12 province e città della Cina nei primi tre mesi del 2011 con un prevedibile raddoppio dei salari entro la fine del 2015». Da qui, il fenomeno esponenziale del turismo cinese, aumentato, solo in Italia – in base ai dati della spesa Tax Free – del 72% rispetto al 2010, un incremento del 400% in soli 4 anni. Con una crescita anche dello scontrino medio cinese (+3% nel 2011) e un budget medio di spesa a disposizione per lo shopping, per chi viaggia in Europa, di 11mila euro.
Intanto, sempre ieri, Simest e Sibac, partecipata cinese del Gruppo Intesa Sanpaolo, hanno firmato a Pechino due accordi strategici con il China-Italy Technology Transfer Center. Le imprese che intendono sviluppare attività industriali e commerciali in Cina nel settore hi-tech riceveranno servizi di consulenza e assistenza, dalla preparazione del business plan alla ricerca di partner nel Paese.
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28/03/2012