LA GRANDE ASTRAZIONE  CELESTE, ARTE XXI°SECOLO

LA GRANDE ASTRAZIONE   CELESTE, ARTE XXI°SECOLO

Roma, 15 nov. – Lei Hong (1972), Li Huansheng (1944),Li Xiangyang (1957), Lian Quan (1948), Liu Gang (1965), Liu Xuguang (1958), Ma Kelu (1954), Meng Luding (1962), Tan Ping (1960), Xu Hongming (1971), Yu Youhan (1943), Zhao Hao (1962), Zhang Jianjun (1955), Zhang Yu (1959), Zhou Yangming (1971) sono i 15 artisti che espongono a Roma al Macro Testaccio dal 16 novembre 2011 al 15 gennaio 2012 per la mostra a cura di Achille Bonito Oliva "La grande astrazione celeste. Arte cinese del XXI secolo", la prima delle rassegne di arte contemporanea all'interno della Biennale Internazionale di Cultura Vie della Seta.  L'esibizione si svolge parallelamente ad un'altra intitolata Beyond The East in cui sono esposte le opere di 15 artisti indonesiani contemporanei.

 

L'evento è stato presentato martedì in anteprima in una conferenza stampa seguita dalla visita alla mostra, a cui hanno preso parte il presidente di Zètema Progetto Cultura Francesco Marcolini,  il neodirettore del Macro Bartolomeo Pietromarchi, il curatore della mostra di arte cinese Achille Bonito Oliva, l'ambasciatore indonesiano e la curatrice della mostra di arte indonesiana Dominique Lora; tra i presenti figuravano alcuni artisti di entrambe le nazionalità.

 

"Il nostro stato d'animo è come questo bel cielo di Roma", così l'unico artista cinese ad essere intervenuto durante la conferenza si è fatto portavoce della soddisfazione dei colleghi nell'esibire le opere al Macro, non mancando di ringraziare Achille Bonito Oliva per l'impegno e la cura con cui da anni si occupa dell'arte del suo Paese. La mostra consiste infatti in una selezione di 32 opere provenienti dalla prima esposizione al National Art Museum of China di Pechino che sia mai stata curata da un critico italiano (Achille Bonito Oliva per l'appunto), tenuta nel 2010.

 

L'astrazione è il tema dominante "in perfetto abbinamento con la location della mostra", ha notato il direttore Pietromarchi; un'arte astratta che riesce a creare dei collegamenti tra Oriente e Occidente - tra "noi" e "loro" - ma che allo stesso tempo è carica di connotazioni peculiari del contesto cinese: "questa tipologia d'arte è da sempre presente in Cina; basta pensare all'arte calligrafica o alla paesaggistica che un tempo permettevano all'artista di emergere rispetto a quella morale confuciana che soffocava l'io a favore della collettività.  Ancora oggi, nelle sue nuove forme, l'arte astratta permette di rintracciare  l'individualità del singolo in un contesto caratterizzato dalla massificazione", ha spiegato il curatore.

 

In occasione della mostra "La grande astrazione celeste. Arte cinese del XXI secolo" Parallelo42 Raccolte d'Arte presenterà l'edizione speciale 2011, in tiratura limitata di 500 copie, "La grande immagine senza immagine" di Achille Bonito Oliva.

 

La mostra ha il patrocinio dell'Ambasciata Cinese in Italia ed è promossa dal Ministero degli Affari Esteri, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali, Camera di Commercio di Roma con il supporto organizzativo e i servizi museali di Zètema Progetto Cultura; Catalogo a cura di Chen Junlin.

 

La Biennale Internazionale di Cultura Vie della Seta è una manifestazione organizzata grazie alla sinergia tra il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Roma Capitale; sono in programma dieci mostre fino a febbraio 2012 che spaziano dalla storia all'archeologia, dall'arte contemporanea all'attualità, ed un ricco calendario di conferenze ed eventi.

 

IL MERCATO DELL'ARTE IN CINA

 

Fino a 40 anni fa possedere un pezzo d'arte in Cina era ritenuto illegale, oggi il Gigante asiatico si presenta come il primo mercato d'arte al mondo. Un settore in forte espansione e che cresce a ritmi vertiginosi visto non solo l'interesse che riesce a catturare in acquirenti provenienti da tutto il mondo, ma sopratutto grazie al boom economico che accompagna l'ascesa del Dragone nel panorama mondiale. Negli ultimi 10 anni case d'asta cinesi e straniere, quali Sotheby's e Christie's, hanno battuto prezzi da capogiro tanto che molti esperti si dicono preoccupati che il settore possa surriscaldarsi. Secondo una stima del 2007, 5 dei 10 migliori artisti viventi al mondo avevano un passaporto cinese. In un mercato dominato da secoli da acquirenti occidentali, i collezionisti cinesi hanno saputo gradualmente ritagliarsi il loro spazio conquistando una fetta sempre più grossa della torta. 

 

Solo qualche anno fa con l'impennata della classe medio borgese cinese, il Dragone ha superato la Francia piazzandosi al terzo posto nella classifica dei maggiori mercati d'arte al mondo. Dopo un relativo rallentamento, il Gigante asiatico è tornato ad aggredire il mercato dell'arte superando all'inizio dell'anno anche il Regno Unito.  Secondo un rapporto dell'European Fine Art Foundation del febbraio scorso, nel 2010 la Cina ha rappresentato il secondo mercato al mondo per arte e antichità dopo gli Stati Uniti. Tradotto in termini numerici, Pechino si è aggiudicata il 23% del mercato artistico mondiale mentre Washington il 34%. Poco dopo è arrivato il sorpasso finale: "Nell'anno appena trascorso, la Cina ha rappresentato il 33% delle vendite globali di Belle Arti (pittura, installazioni, sculture, disegni, fotografie, stampe), contro il 30% degli USA, il 19% nel Regno Unito e il 5% in Francia" si leggeva a marzo in un comunicato di ArtPrice. Un mercato quasi del tutto interno.

 

Da cosa è dipeso? Secondo gli esperti di ArtPrice ciò è dovuto all'operato di due attori: Stato e classe abbiente. "Il settore dell'arte cinese ha beneficiato del sostegno del suo governo e dei collezionisti cinesi che sono 'patrioti' e pronti ad investire. La Cina ha capito la forza dell'arte nella storia delle nazioni" si legge ancora in un comunicato dell'Osservatorio. Ma non solo. Secondo molti addetti ai lavori, dietro l'impennata del settore non c'è propriamente un rinnovato interesse per l'arte da parte dei cinesi, quanto piuttosto uno spirito imprenditoriale e una volontà di circondarsi di oggetti preziosi. Con le dovute eccezioni, il mercato dell'arte cinese è alimentato sopratutto dai super ricchi della Nuova Cina che vedono l'opera d'arte come un bene rifugio, un affare o uno status symbol alla pari di una Lamborghini. Lo dimostra il picco delle vendite registrato a seguito della crisi mondiale nel periodo 2008-2009 che ha spinto molti facoltosi uomini d'affari cinesi a investire nel settore rivolgendo lo sguardo anche alle opere di artisti occidentali. O i pezzi su cui ricade la scelta degli 'appassionati d'arte': nella maggior parte dei casi gli acquirenti cinesi si battono per portare a casa opere di artisti nazionali molto conosciuti, spesso appartenenti al filone dell'arte tradizionale, dimostrando così in molti casi una scarsa conoscenza, e interesse, per ciò che va al di là del dipinto per così dire a 'investimento sicuro'.

 

di Bianca Lazzaro

 

 


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