Di Alessandro Cavaglià
Roma, 3 ott. - Il 'soft power' cinese si affaccia all'Italia a partire da un appuntamento di confronto tra studiosi, accademici ed esponenti politici tenutosi lo scorso 2 ottobre e promosso congiuntamente della prestigiosa Accademia cinese delle Scienze sociali (Cass) e dall'Associazione Marx XXI.Tra i partecipanti all'incontro una quarantina di docenti universitari e studiosi provenienti dalle principali universita' cinesi, che hanno fatto tappa a Roma dopo Berlino e di Parigi. "Il successo dell'appuntamento - sottolineano gli organizzatori italiani - testimonia l'interesse della Cina per il nostro paese non solo dal punto di vista economico e turistico, ma anche dal punto di vista degli scambi culturali e scientifici. Il limite delle analisi che spesso si fanno in occidente sulla Cina, e' che il giudizio prescinde da una conoscenza approfondita' di quella realta'. Ed e' un paradosso che proprio gli italiani, che con Matteo Ricci e Marco Polo hanno aperto la strada della conoscenza dell'Impero di Mezzo, abbiano cosi' rare occasioni per potersi confrontare con il punto di vista cinese a importanti livelli".
L'analisi ha toccato i temi prevalentemente politici e ideologici sul modello cinese di socialismo con le relazioni di Deng Chundong, presidente dell'Accademia del marxismo presso il Cass, e del professor Domenico Losurdo, presidente di Marx XXI; ma anche quelle di Andrea Catone, direttore della Rivista MarxVentuno, e di Zhang Yibing, segretario delle case editrici dell'Universita' del Guangxi. Francesco Maringio', viceresponsabile esteri del Pcdi, e Dai Lixing, ricercatore dell'Accademia del marxismo hanno portato il confronto sulla "rule of law", mentre gli aspetti economici dalla via cinese allo svuluppo e le scelte di Pechino per fronteggiare la crisi sono stati analizzati tra gli altri da Zhong Ruitian, vicepresidente dell'Universita' Normale di Guangxi e dagli economisti italiani Pasquale Cicalese e Vladimiro Giacche'. "E' stata messa in luce - ha sottolineato proprio Giacche' - la sostanziale differenza tra il modello cinese basato sulla produzione materiale e lo sviluppo dell'economica reale e quello occidentale, troppo spesso spinto sulla finanziarizzazione e sulla dismissione dalla produzione". Sul fronte delle relazioni internazionali, vari relatori hanno posto infine in evidenza come "la 'geopolitica del caos', che sta sconvolgendo vaste aree del mondo, appaia disegnata - come dimostra per esempio la vicenda della Siria - per impedire che Russia e Cina possano acquisire uno status di indiscussi 'global player'".
03 OTTOBRE 2015
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