Pechino, 27 nov. 09 - Da Dubai a Hong Kong. La crisi in cui versa la holding degli Emirati Arabi 'Dubai World', costretta a chiedere una moratoria di 59 miliardi di dollari sui propri debiti per i prossimi sei mesi, si fa sentire, ovviamente, anche all'altro capo dell'Asia: l'indice Hang Seng ha segnato oggi un calo del 5,1% a 21.088,55. Si teme un effetto a catena su tutte le aree del Medio Oriente e sulle economie emergenti, Cina inclusa, mentre sempre più operatori si chiedono quanto sia stato effettivo il risanamento degli ultimi mesi dopo lo scoppio della crisi dovuta ai mutui subprime. In Cina, nei giorni scorsi, la China Banking Regulatory Commission ha richiamato all'ordine le banche dopo la corsa al credito facile degli ultimi mesi, chiedendo loro una ricapitalizzazione per aumentare i ratio patrimoniali che costerà agli 11 principali istituti di credito del paese 300 miliardi di yuan (circa 30 miliardi di euro). La borsa di Shanghai aveva accolto la notizia, anticipata da BNP Paribas, con un -3.5%. E se nei giorni scorsi il direttore generale FMI Dominique Strauss Kahn aveva messo in guardia contro i rischi di una nuova bolla immobiliare, magari originata proprio dal supercredito delle banche cinesi, adesso tutti guardano verso gli Emirati Arabi Uniti. Anche dalle parti della Grande Muraglia.