A nulla sono serviti gli sconti sugli alberghi o la possibilità di effettuare gli scambi non solo in dollari ma anche in yuan: le vendite alla Fiera di Canton sono calate. Secondo quanto riferiscono gli organizzatori gli scambi alla 105sima China Import and Export Fair –la più importante fiera cinese, i cui risultati servono spesso da barometro per le esportazioni- hanno totalizzato quota 13.03 miliardi di dollari, segnando così un drastico calo del 20.8% rispetto all'edizione precedente, che si è tenuta lo scorso ottobre. I compratori stranieri che hanno partecipato alla prima fase della fiera, iniziata mercoledì scorso e conclusasi domenica, erano circa 85mila: un -5.4% rispetto a ottobre. "Gli ordini dall'estero si sono spostati generalmente sul breve periodo e su quantità minori –ha dichiarato Mu Xinhai, segretario generale della Fiera-, e questi cali sono la dimostrazione che gli effetti negativi della crisi globale sulle esportazioni cinesi non svaniranno in poco tempo". Gli scambi con Unione Europea, Giappone, Australia e Usa- quattro partner fondamentali per le esportazioni cinesi- sono calati rispettivamente di 38.6, 36.5, 11.2 e 4.9 punti percentuali. Male anche gli affari con Russia (-42.6%), Brasile (-35.1%) e Medio Oriente (-7.3%), mentre qualche segnale positivo arriva solo da nazioni come l'India (+9.7%) e da aree come quella dei paesi ASEAN (+4.5%). E mentre dopo la fine della prima sessione sono in molti a contestare i dati, ritenendoli addirittura troppo ottimistici, forse il tono generale di questa 105sima edizione della Fiera di Canton viene riassunto da un comunicato d'emergenza diffuso venerdì scorso dagli organizzatori: si segnalava che un certo acquirente straniero era fallito in patria, e non sarebbe stato pertanto in grado di onorare gli eventuali debiti contratti con gli espositori.