La crescita e il cane che si morde la coda
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La crescita e il cane che si morde la coda

La crescita e il cane che si morde la coda

I DATI CINESI
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Parlare di rallentamento dell'economia quando il Pil cresce del 9,1% può sembrare un'eresia per chi è abituato ai ritmi anemici delle economie occidentali che segnano progressi da prefisso telefonico. Eppure anche in Cina, anche con una corsa dell'economia che sembra inarrestabile, cominciano a intravedersi segnali di attenzione. La crescita economica è ritenuta preoccupante dai vertici di Pechino di fronte a uno scenario complicato sul fronte interno e internazionale. L'inflazione comincia a essere un motivo di reale preoccupazione, con l'aumento dei prezzi che ha raggiunto il 6,1% nel mese di settembre da un picco del 6,5% di luglio. Così le restrizioni al credito e l'innalzamento dei tassi di interesse ha avuto ripercussioni sulla crescita. Inoltre la crisi del debito sovrano in Europa, il più grande mercato per gli esportatori cinesi, sta rallentando le vendite al pari dell'apprezzamento dello yuan sul dollaro. Ma il rischio ulteriore è che gli effetti finiscano per riversarsi anche sulla debole crescita dei Paesi occidentali trainata negli anni scorsi proprio dall'export in Cina. Una spirale che, se si innesta, può aumentare i fattori di rischio della ripresa mondiale.

19/10/2011
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