La Cina primo mercato di sbocco per i robot italiani
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La Cina primo mercato di sbocco per i robot italiani

La Cina primo mercato di sbocco per i robot italiani

Bimu. Dal 5 al 9 ottobre a Fieramilano
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MILANO
La Cina scalza la Germania e diventa il primo mercato di sbocco per le macchine utensili italiane. Il sorpasso si è consumato nel corso del primo semestre dell'anno, segnato dal boom dei paesi Bric. Buoni segnali di ripresa però arrivano in generale sui consumi mondiali nel 2010: dovrebbero attestarsi a un valore pari a 37,4 miliardi (+4,7%), con una crescita costante della domanda di macchine utensili fino al 2014 quando il valore dovrebbe raddoppiare la boa dei 70 miliardi. In Italia sta progressivamente ripartendo l'export ma da luglio è arrivato lo stop agli incentivi della Tremonti ter. I dati sul settore sono stati diffusi dal presidente di Ucimu-Sistemi per produrre, Giancarlo Losma, in occasione della presentazione della Bimu, il salone delle macchine utensili, dei robot e dell'automazione, dal 5 al 9 ottobre a Fieramilano. Protagoniste della mostra sono 1.223 imprese espositrici - ben 500 in meno rispetto alla scorsa edizione -, per il 44% estere, che presentano 3mila macchine per un valore di 300 milioni. «Il dato degli espositori – spiega Alfredo Mariotti, direttore dell'Ucimu – è comunque migliore rispetto al calo dei consumi italiani del 2009. Anche il fatto che il 20% degli espositori abbia deciso solo alla fine di partecipare alla Bimu è un segnale della validità della manifestazione».
Sulla Tremonti ter «è purtroppo mancata – sostiene Losma – quando gli incentivi avrebbero dato la spinta decisiva. Ora speriamo che il governo recuperi un provvedimento analogo nel Milleproroghe di fine anno o in un altro decreto che veicoli le risorse rimaste inutilizzate in altri comparti».
Secondo i dati elaborati dal Centro studi di Ucimu, dopo il blocco dei consumi di beni strumentali del 2009, ad l'eccezione della Cina, nel 2010 si assiste alla ripresa della domanda: gli Stati Uniti (+44%) guidano la ripresa degli investimenti in beni strumentali, seguiti a distanza da Brasile (+22,4%), India (+14,2%), Cina (+11,6%), Italia (+11,8%), Turchia (+11,3%) e Russia (+3,6%).
L'anno scorso il mercato cinese si è confermato il primo mercato consumatore di macchine utensili con una crescita del 6,4% a 14 miliardi, a fronte del crollo della Germania: -41% a 3,9 miliardi. La Cina ha pesato, nel primo semestre, sull'export tricolore per il 15,6% (170 milioni) mentre la Germania è scivolata sotto il 10% (104). «Il mercato cinese è una grande realtà – osserva Losma – e non si può più pensare di continuare a servirlo dall'Italia. I tedeschi sono arrivati già dagli anni Ottanta, gli italiani sono ancora pochi (Marposs, Rosa sistemi, Fidia, Prima industrie ndr) ma se vogliamo essere competitivi è necessario produrre lì ma lasciando la R&D in Italia».
Quanto all'Italia, nel primo semestre le consegne registrano ancora un calo del 5,5%, ma sul risultato, in netta ripresa rispetto alle performance precedenti, pesa la debolezza della domanda estera (-25,4%), in recupero nella seconda parte dell'anno. Di segno opposto il riscontro del mercato interno, dove le consegne sono cresciute del 47,5%. La ripresa della domanda è confermata dall'utilizzo degli impianti del settore, salito al 68% rispetto al 55% del terzo trimestre 2009.
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30/09/2010
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