La Cina non guiderà il mondo
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La Cina non guiderà il mondo

La Cina non guiderà il mondo

Lo scenario internazionale dell'European House Ambrosetti
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MILANO
«Il dragone cinese non ci divorerà». Il direttore del Sole 24 Ore, Gianni Riotta, ha rassicurato i partecipanti alla tavola rotonda "Alba del XXI secolo", che si è svolta ieri nella sede del quotidiano. A lezione di futuro si sono trovati amministratori delegati, manager, professionisti del Club The European House-Ambrosetti.
«I giovani cinesi chiedono riforme e vogliono poter giudicare il loro governo», ha proseguito il direttore. Non sarà la Cina a guidare il mondo nel prossimo decennio, come pure non saranno gli Usa e neppure la Russia, così simile alla Chicago degli anni Venti. I Bric non hanno ancora una voce unica per essere protagonisti. Scampata la grande paura della crisi, raccontata da Hank Paulson nel suo libro On the brink, chi guiderà le sorti del mondo, con le organizzazioni internazionali ormai delegittimate e dopo il fallimento di Copenhagen?
«L'euro – ha ricordato Riotta – è la divisa comune della Ue, ma non un successo politico: l'Unione è un gigante economico dalla flebile voce internazionale». Così sembra davvero utopia un articolo del 1950 del cronista Eugenio Montale dal consiglio d'Europa in cui ricordava l'invito di Sir Winston Churchill: «Costruiamo un esercito comune altrimenti non saremo mai uniti». L'Europa non è unita neppure oggi: anzi, c'è più integrazione con gli Usa che fra i paesi membri della Ue.
Tra Mario Draghi, che ha tutte le carte per diventare governatore della Bce, gli Stati Uniti che chiedono a Obama di ritornare il leader di rottura della corsa alla Casa Bianca e l'urgenza di nuove regole anche per l'informazione sul web, i manager hanno dialogato con il direttore. «Dovete correre più degli altri – è l'invito di Riotta – dovete innovare sugli aspetti dell'azienda che funzionano perché la squadra che vince va cambiata». Perché dopo Lehman Brothers ha resistito solo chi ha saputo cambiare pagina del tutto: ciò che fa la differenza è la tecnologia, non la globalizzazione.
Il confronto fra paesi, fra imprese avverrà sempre a livello globale. Nel 2008, durante la campagna elettorale John McCain propose di creare un club di tutte le democrazie: «È una buona idea – ha concluso il direttore – bisogna ritrovarsi, ragionare e rafforzare il mondo multilaterale perché si trovino al più presto soluzioni e regole condivise».
M.L.C.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

11/02/2010
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