La Cina dirottò Internet e spiò militari americani
ADV
ADV
La Cina dirottò Internet e spiò militari americani

La Cina dirottò Internet e spiò militari americani

Washington. L'episodio risale ad aprile
di lettura
NEW YORK. Dal nostro inviato
La Cina è vicina. Lo diceva già nel 1967 Marco Bellocchio riferendosi al fratello maoista del protagonista del suo film. Lo dice ora nel suo rapporto annuale al Congresso la commissione che monitora l'impatto sulla sicurezza nazionale degli scambi economico-commerciali tra Washington e Pechino. Il riferimento in questo caso è al fatto che nel 2010, in due occasioni diverse, soggetti cinesi hanno "agguantato" e dirottato traffico internet da tutto il mondo.
L'episodio più grave si è verificato l'8 aprile scorso. È durato appena 18 minuti, ma ha avuto proporzioni smisurate: secondo la commissione parlamentare Usa avrebbe riguardato il 15% dell'intero traffico internet in quel momento in viaggio nel mondo. E non un 15% qualsiasi. Perché includeva il traffico con i suffissi .gov e .mil, quindi quello dei siti governativi e militari Usa. «Le società di telecomunicazioni China Telecom e Idc China Telecommunication hanno diffuso istruzioni erronee che hanno forzato il traffico internet americano e mondiale a passare attraverso server cinesi», si legge nel rapporto. Che continua: «La Commissione non ha avuto modo di accertare che cosa abbiano fatto le aziende di telecomunicazioni cinesi con questo traffico». Né è stato possibile appurare se il dirottamento sia stato doloso oppure involontario. Ma la vice-presidente della Commissione, Carolyn Bartholomew, ha detto ai giornalisti che «sebbene sia difficile definire responsabilità precise, la qualità, le dimensioni e i bersagli fanno pensare a un qualche livello di supporto governativo».
Probabilmente involontario, ma non meno preoccupante per gli americani, è stato l'altro incidente, quello avvenuto il 24 marzo 2010, che ha interessato solo alcuni utenti negli Stati Uniti e in Cile. «Quando hanno cercato di entrare nei più popolari siti di social-networking, quali Facebook, YouTube e Twitter, questi utenti sono stati dirottati su server non esistenti o inadeguati che hanno negato loro l'accesso» dice il rapporto. In questo caso il sospetto è che gli utenti americani e cileni siano stati per errore bersaglio di un'operazione di dirottamento intesa solo per l'utenza interna cinese.
Il governo di Pechino, per ora, non ha commentato, lasciando che a parlare fossero China Telecom e Hu Yanping, direttore del Data center of China Internet. La prima ha smentito qualsiasi ruolo in attività di dirottamento di traffico elettronico. Il secondo ha condannato «la politicizzazione di questi incidenti al fine di attaccare la Cina».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

19/11/2010
ADV