LA CINA COMPRERA' L'EUROPA?
ADV
ADV
LA CINA COMPRERA' L'EUROPA?

LA CINA COMPRERA' L'EUROPA?

LA CINA COMPRERA' L'EUROPA?
di lettura
Conferenza Europa-Cina, la Via della Seta del Nuovo Millennio
Roma, 8 febbraio 2012 – Sala Conferenze dell'Ara Pacis (via di Ripetta, 190).
Roma, 03 febbraio -  La Cina sta considerando un maggiore coinvolgimento nel Meccanismo Europeo di Stabilità e nel Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria, ma non ha nessuna intenzione di "comprare" l'Europa: lo ha dichiarato il premier cinese Wen Jiabao in occasione della visita in Cina del Cancelliere tedesco Angela Merkel.  L'Unione europea rappresenta per la Cina il primo partner commerciale e Pechino segue da vicino la situazione della crisi del debito pubblico dell'Eurozona.
"Stiamo valutando la possibilità di impegnarci maggiormente sul Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria, ma le ipotesi su un ulteriore sostegno sono ancora allo studio" ha detto Wen, senza dichiarare esplicitamente nessun impegno finanziario. Il Gigante asiatico non ha né le possibilità né l'intenzione di "comprare l'Europa", ha aggiunto il premier cinese. "La Cina vuole cooperare con i Paesi dell'Eurozona per dare loro un supporto nella lotta alla crisi del debito. Alcuni vedono il  tentativo da parte di Pechino di comprare l'Europa, ma ciò è del tutto lontano dalla realtà".
"Ritengo difficile oggi parlare di un ruolo di Pechino nel EFSF. Non solo non è semplice, ma forse non è neanche più necessario perché il quadro europeo sta migliorando", dice ad AGI Lorenzo Stanca, managing partner del fondo Mandarin, che interverrà come relatore alla conferenza "Europa-Cina: la Via della Seta del Nuovo Millennio" in programma per l'8 febbraio presso il Museo dell'Ara Pacis di Roma. Le ragioni? "E' complicato  - aggiunge - per un paese terzo avere un coinvolgimento nel fondo di salvataggio europeo. Entrare nei meccanismi europei è complesso, e a mio avviso la mano tesa di Pechino resterà nel campo dei proclami generici".
Circa un quarto delle immense riserve cinesi in valuta estera –stimate in 3200 miliardi di dollari- sono già investite in titoli denominati in euro. Ma nonostante alcuni investimenti in Europa - come l'acquisizione di una forte quota della società energetica portoghese EDP da parte della cinese Three Gorges Corp- , le autorità di Pechino si sono finora mostrate restie ad un maggiore impegno.
Mesi fa si era parlato di un possibile investimento del China Investment Corporation (Cic, il Fondo Sovrano cinese) in infrastrutture europee. Indiscrezioni avevano fatto emergere l'ipotesi di un'acquisizione da parte del Cic di quote del debito pubblico tricolore.  Oggi qual è la tesi più accreditata? "I cinesi sono pragmatici, e in un quadro che va migliorando l'ipotesi di investimenti cinesi di minoranza in aziende europee, e quindi anche italiane, è senz'altro verosimile", ha riferito Stanca.
Nel 2012 – anno lunare del Drago -  si assisterà a un importante ricambio della leadership cinese. L'amministrazione Hu Jintao-Wen Jiabao cederà il passo ai leader della quinta generazione. In un mondo sempre più interdipendente, ogni azione cinese genera effetti nel resto del globo, in un crescendo di dinamiche che non hanno precedenti nella Storia. Dopo le voci su un possibile soccorso all'euro da parte della Cina e l'appello rivolto dal premier cinese Wen Jiabao ai leader europei a "prendere qualsiasi misura possibile per contenere la crisi", da più parti ci si interroga sul futuro degli investimenti cinesi in Europa.
Gianni Alemanno, Sindaco di Roma, Ding Wei, Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia, Roberto Iadicicco Direttore responsabileAGI, Suisheng Zhao, editor del Journal of Contemporary China, Liu Jiang, direttore di Xinhua Europe Bureau, Federico Riggio (head of International Affairs, Eni), discuteranno del debito sovrano europeo e della situazione della Cina a una tavola rotonda coordinata da Giandomenico Magliano, direttore generale per la mondializzazione Ministero degli Affari Esteri, insieme a Michele Geraci (senior research fellow presso la Zhejiang University, a capo del China Programme del Global Policy Institute della London Metropolitan University), Lorenzo Stanca (managing partner del Fondo Mandarin), Federico Masini (professore di lingua e traduzione cinese, prorettore dell'Università di Roma La Sapienza), Claudia Astarita (professoressa di Politiche della Cina alla John Cabot University, ricercatrice CeMiss, ed editorialista di Panorama) e Alessandra Spalletta (coordinamento AgiChina24, co-autrice di "Modello Cina", L'Asino d'Oro edizioni)
.
"Europa-Cina: la Via della Seta del Nuovo Millennio", è lo slogan della conferenza promossa dal Ministero degli Affari Esteri, Ministero per i Beni e le attività culturali, Roma Capitale, Musei in Comune, Camera di commercio Roma, in collaborazione con Agi e Xinhua. La conferenza chiuda la Biennale Internazionale di Cultura "Vie della Seta " organizzata da Zetema Progetto Cultura", società in-house di Roma Capitale. Qual è lo snodo cruciale della nuova via della seta? L'euro rappresenta uno strumento politico nel confronto della Cina con gli Stati Uniti. Pechino non vuole un mondo dominato da un'unica moneta di riferimento, il dollaro. La Cina ha un interesse politico ad allontanarsi dal biglietto verde e diversificare le riserve valutarie verso una maggiore acquisizione della valuta dell'Eurozona. Oggi che le nubi sembrano dissiparsi e si comincia a intravedere una via d'uscita alla crisi del debito pubblico che ci azzanna, i cinesi sono meno restii  a investite in titoli di stato italiani.



Scarica qui il programma della conferenza.

©Riproduzione riservata

ADV
ADV