La Cina apre all'Europa ma con cautela
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La Cina apre all'Europa ma con cautela

La Cina apre all'Europa ma con cautela

La visita di Angela Merkel. Il cancelliere ottiene un impegno per ora generico a sostegno del fondo salva-Stati
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PECHINO
Se non è proprio un asse Berlino-Pechino, certamente è il suo embrione. Il cancelliere tedesco Angela Merkel infatti ha parlato come capo di un Governo europeo nei giorni scorsi nella capitale cinese, e i suoi interlocutori come tale l'hanno trattata. La Cina è interessata a che l'euro e l'Europa, magari politicamente unita, si salvino ma non può cercare di strapparsi le vesti per salvarli senza prima un impegno preciso ed efficace dell'Europa stessa. Questo forse è meno di quello che la Merkel avrebbe voluto ottenere da Pechino alla fine della sua visita, ma in effetti il lato puramente economico forse era il meno importante.
I cinesi infatti hanno accolto la Merkel come il leader dell'Europa anche grazie a un'attenta preparazione di Berlino che ha sempre tenuto due canali di rapporti con la Cina, uno sulla Germania un altro sull'Europa in senso più lato. Inoltre l'ambasciatore della Commissione europea in Cina è tra l'altro un tedesco voluto dalla Merkel, cosa che rafforza la percezione cinese della forza della Germania in Europa e del suo interesse per Pechino.
Anche in virtù di questa accoglienza, i tedeschi hanno dichiarato ai cinesi quello che questi volevano sentirsi dire più di ogni altra cosa, per rasserenare i nebulosi orizzonti economici: l'euro non crollerà, ha detto la Merkel.
Questo impegno comporta che la Cina non fuggirà dai bond europei che ha già in portafoglio; ma è anche chiaro che nel paniere dell'euro i bond tedeschi saranno i preferiti. Ciò anche per questioni molto pratiche: la Germania da sola è circa metà dell'interscambio commerciale europeo con la Cina. Ma c'è poco di più, infatti non c'è una corsa cinese a vendere obbligazioni del tesoro americane per comprarne di europee.
Da questo punto in poi però le strade cinesi ed europee si divaricano. I cinesi vorrebbero vedere un impegno maggiore tedesco in Europa, cosa su cui Berlino finora non ha mostrato un estremo entusiasmo, timorosa dell'onere che ne deriverebbe per i suoi contribuenti. I cinesi non escludono interventi del Fondo monetario internazionale per creare un muro di protezione dell'euro contro la speculazione dei mercati. Ma questo muro dovrebbe essere per l'80-90% fatto di fondi europei.
La dichiarazione del premier cinese Wen Jiabao ieri, alla conferenza stampa congiunta con la Merkel, è stata chiara: «La Cina sta considerando di aumentare la sua partecipazione nella soluzione della crisi del debito europeo attraverso i canali del Fondo di stabilità europeo e l'Esm». Pechino intende aiutare l'Europa ma, ha aggiunto, Pechino non ha «né l'intenzione né la capacità di comprarla». Secondo economisti cinesi, d'accordo con gli americani, il muro di protezione dell'euro dovrebbe essere di circa mille miliardi di euro, il doppio di quello che ha a disposizione oggi il fondo di stabilità Efsf. Ciò significa che la Germania per prima dovrebbe aumentare il suo impegno in tal senso.
Un risultato concreto comunque c'è stato per la Merkel e l'euro. Sono bastate le dichiarazioni vaghe ma indicative della Cina per fare risalire l'euro e contribuire ad abbassare gli spread delle obbligazioni europee. Quindi il viaggio della Merkel ha contribuito a fare guadagnare tempo ai Paesi in crisi dell'Eurozona per rimettere in piedi i propri bilanci e ha costretto a far venire la Germania in qualche modo allo scoperto nella sua volontà di salvataggio dell'Europa. Questa assicurazione non è totale però. Infatti, non è escluso che qualche Paese possa uscire dall'area dell'euro. Perciò pur rimanendo nell'area europea la Germania rappresenta per la Cina la scommessa meno rischiosa. Inoltre c'è una grande ammirazione cinese verso la Germania. Berlino, secondo molti cinesi, ha provato la sua forza particolare quando è stato il primo dei grandi Paesi sviluppati a uscire dalla crisi economica del 2008.
Questi elementi quindi portano all'interesse a investimenti diretti in Germania, patria di alcune delle tecnologie importanti per lo sviluppo futuro della Cina. Le nuove ferrovie veloci per esempio si stanno costruendo in Cina con la tecnologia della levitazione magnetica tedesca.
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04/02/2012
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