L'eredità della tradizione
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L'eredità della tradizione

L'eredità della tradizione

Pechino. Platform China promuove l'interscambio culturale tra artisti provenienti da diverse realtà culturali
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Una finestra nel cuore dell'Asia per gli artisti occidentali in Cina e un trampolino per quelli cinesi all'estero. Claudia Albertini, esperta d'arte contemporanea, è international relation manager del Platform China Contemporary Art Institute, si è trasferita a Pechino sei anni fa e si occupa di progetti di interscambio culturale tra artisti provenienti da diverse realtà storiche, geografiche e culturali. Parole che nell'arte del primo 900 cinese sono state poche volte pronunciate. Qual è l'influenza dei maestri del '900 come Qi Baishi, Fu Baoshi o Zhang Daqian sugli artisti di oggi?
«Lo spirito che ha mosso questi maestri nella creazione artistica ha ancora un forte ascendente sulla produzione degli artisti delle nuove generazioni. In tutte le accademie di Belle Arti in Cina il sistema educativo si fonda sullo studio delle tecniche artistiche di questi maestri e ogni giovane studente risente del loro insegnamento». Nell'arte di oggi vi sono espliciti riferimenti? «Vi fanno riferimento soprattutto coloro che ancora oggi producono opere d'ispirazione classica, ma dalla tecnica pittorica oggi molti artisti si sono allontanati alla ricerca di nuovi approcci».
Nel frattempo l'arte occidentale è arrivata in Cina e molti nuovi collezionisti si sono appassionati, ma oggi chi colleziona i maestri del 900? «Coloro che guardano più all'investimento sono alla ricerca delle opere di questi grandi artisti – prosegue Albertini – poiché le loro quotazioni aumentano insieme al potenziale d'investimento. Mentre chi compra per passione ha smesso di acquistarli poiché le loro valutazioni sono vertiginose e chi li ha in collezione, anche se tentato dal mercato, se davvero è innamorato delle loro opere resiste a rivenderle».
Gran parte della produzione del 900 è nei musei in Cina: «Le istituzioni cinesi comprendono più facilmente le opere cinesi tradizionali che l'arte contemporanea – precisa l'esperta –, poco conosciuta dal management e dai curatori dei musei». E se in Cina il contemporaneo è poco capito a livello istituzionale, in Occidente è poco nota l'arte cinese del 900, perché? «ll background culturale è diverso – spiega Albertini – l'approccio occidentale alle arti è molto differente da quello cinese e poi questi artisti sono stati raramente introdotti in Occidente». Ma il mercato ora si è accorto di loro, come funziona in Cina?
«Il mercato dell'arte contemporanea è molto giovane – prosegue Albertini –, i primi compratori d'arte cinese sono stati alcuni collezionisti cinesi e occidentali che operavano in Cina, che a loro volta hanno portato l'arte contemporanea cinese all'estero ampliandone gradualmente il mercato. Oggi, anche i collezionisti cinesi acquistano all'estero sempre più opere contemporanee occidentali per prestigio e interesse economico. Il problema del mercato cinese è che non è ancora completamente inserito in quello internazionale. Per questo si verificano scompensi e si creano delle bolle che spesso affliggono la carriera degli artisti (cinesi)».
Bolle anche per i maestri del 900? A questo Albertini non sa rispondere. Platform China, nata nel 2005 come piattaforma per la creazione e promozione delle nuove forme d'arte, è un'istituzione che sostiene anche finanziariamente i giovani artisti cinesi, tra cui Bi Jianye, Chen Wei, Huang Liang, Jia Aili, Jin Shan, Li Ming e Liao Guohe, offrendo loro la possibilità di creare opere e progetti espositivi nazionali e internazionali e scambi attraverso residencies. Riconosciuta a livello internazionale, oggi Platform China collabora con istituti e musei in tutto il mondo e partecipa alle principali fiere d'arte. Quali i progetti in corso? «La mostra "Borthers" di due artisti occidentali, Matthieu Ronnse (1981, Belgio) e Seb Koberstädt (1977, Germania) prevista il 24 di settembre – illustra l'esperta –, un progetto di video arte con i lavori di sei giovani artisti cinesi a Brisbane in Australia il 4 di ottobre; a fine anno la mostra «Instant Hutong» dei due italiani Marcella Campa e Stefano Avesani che lavorano a Pechino e una collettiva di giovani artisti inglesi nel 2012». Prossimo passo aprire a Hong Kong un secondo project space che lavorerà con alcune mostre l'anno in occasione di aste e fiere.
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03/09/2011
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