L'agenda perduta del Doha Round
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L'agenda perduta del Doha Round

L'agenda perduta del Doha Round

COMMERCIO INTERNAZIONALE
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È scomparso dall'orizzonte, il tema del commercio internazionale. Riemerge, in chiave strettamente elettorale, soltanto quando si riaccende la polemica tra Stati Uniti e Cina. Persino la recente Conferenza ministeriale biennale della WtO di Ginevra, pallida erede di quellE di Seattle, di Doha, di Cancun, di Hong Kong, sarebbe passata quasi inosservata se non ci fosse stata, dopo 18 anni di trattative, l'adesione della Russia. Solo qualche anno fa il tema accendeva invece le critiche (e l'aggressività) - a volte grossolane - dei precursori degli indignati odierni. L'oblio non è il frutto di una moda: le trattative sul Doha Round vanno a rilento, anche se l'impegno ad andare avanti, come ieri a Davos, viene ribadito continuamente. È colpa della crisi che spinge il (cattivo) capitalismo a chiudersi e chiedere la protezione dello stato, con la benedizione di destra e sinistra. Non tutto, nei trattati multilaterali sostenuti dalla Wto, funziona come si deve; non sempre è la concorrenza a trionfare (come accade per la proprietà intellettuale), ma il principio che il commercio internazionale aiuta non va dimenticato. Il mondo ha bisogno di maggiore interscambio, soprattutto tra i paesi emergenti, ora che le economie avanzate sono in affanno.

29/01/2012
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